L’abbiamo incontrata. Ecco l’intervista rilasciata al sito maridacaterini.it.
Com’è nata l’idea del libro dedicato a sua figlia?
«Innanzitutto ho avuto sempre una grande passione per la scrittura. Uno dei miei sogni da bambina era di diventare una giornalista, o meglio un’inviata. Ho sempre appuntato, in tanti diari, osservazioni, pensieri e riflessioni. A 15 anni ho iniziato anche a scrivere un libro, ma dopo 40 pagine mi fermai e come ultima frase scrissi: “questo libro lo riprendo a 40 anni”. Poi però è capitato qualcosa».
Di che si tratta?
«Mi hanno proposto di raccontare la mia storia. Ma non volevo farlo in maniera egocentrica. Ho voluto dialogare quasi con mia figlia che ha 4 anni e raccontarle il mio percorso personale tirando fuori tutti i miei angoli bui che ora vedo illuminati. Il mio libro è finalizzato ad aiutare Alice negli anni che verranno».
Che tipo di madre crede di essere?
«Ho imparato l’amore grazie ad Alice. Non vorrei mai che diventasse vittima sacrificale delle mie paure. L’amore di una mamma è proteggere il proprio figlio dagli egoismi personali».
Sua figlia sa che ha scritto il libro per lei?
«Certo ha compreso il senso di quello che ho fatto ed ha voluto anche che le leggessi qualche pagina del testo. Durante la lettura mi ascoltava e piangeva. Mi sono impressionata ma lei mi ha detto che stava piangendo di felicità perché aveva capito il mio grande amore nei suoi riguardi».
Alice la guarda in TV?
«Solo qualche volta. Ma la mia presenza nel piccolo schermo la vive come una qualsiasi bambina, la cui mamma lavora. Io cerco di dedicarle tutto il tempo possibile nei giorni infrasettimanali. Ma il sabato e la domenica usciamo insieme».
Qual è stato il primo libro a cui si è affezionata?
«Nel periodo dell’infanzia amato “Il piccolo principe” di Antoine de Saint-Exupéry. Successivamente mi sono dedicata ai romanzi di Paulo Coelho. Andando avanti negli anni ho studiato astronomia poi mi sono appassionata all’antico Egitto ed ai trattati di psicologia. Adesso leggo un po’ meno per gli impegni di lavoro ma mi informo sul web per quanto riguarda gli ultimi eventi letterari».
Sta già pensando al secondo libro?
«In effetti sì. Mi piacerebbe raccontare il cambiamento della donna negli anni. Siamo state tutte figlie di una educazione familiare molto diversa. Prima però dovrò recuperare tutti i diari chiusi nel baule».
«Molto bene. Avevo incontrato Ciacci precedentemente, la nostra amicizia risale al 2006 ed ho lavorato anche con lui a RTL e Radio Zeta. Con lui mi sento protetta, mi ha fatto sentire subito come se fossi a casa».
Tra poco si conclude la sua prima edizione di Detto Fatto. Ne fa un bilancio?
«Intanto siamo in onda fino al 10 maggio prossimo. Il programma mi ha dato una grande opportunità, ho imparato un mestiere nuovo per me, la conduttrice, ed è stata una grande palestra ed una sfida personale. Per me Detto Fatto è stato l’università dell’intrattenimento».
A maggio esce il suo ultimo film. Ce ne parla?
«Si tratta de “Il grande spirito”, una pellicola di Sergio Rubini, dalle atmosfere surreali e poetiche. Avevo già recitato nel film prima dell’impegno quotidiano con Detto Fatto per il quale ho volentieri rinunciato ad altri impegni».