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Non è l’Arena – Conduce Massimo Giletti contro la TV del nulla
Noi di maridacaterini.it abbiamo intervistato Massimo Giletti, durante l’incontro con la stampa per la presentazione della nuova edizione di Non è l’Arena.
Il conduttore torinese è consapevole della sfida diretta con Barbara D’Urso, che ospiterà in contemporanea Matteo Salvini.
Senza contare che l’affaire Prati-Caltagirone è stato montato proprio negli studi di Live – Non è la D’Urso e da quelle vicende il programma di Canale 5 ha già attinto a piene mani.
Ma Giletti ci ha tenuto a precisare, ai nostri microfoni, che il punto di vista con cui tratterà gli argomenti sarà opposto a quello centrato sul gossip e sulla chiacchiera frivola. Vuole capire com’è nata la più grande fake news recente del nostro show business. E com’è possibile che sia stata presa sul serio, anche solo per qualche settimana. Una vicenda che pone domande serie su come funzioni l’intero sistema dell’informazione italiana.
Non è l’Arena – Arriva Selvaggia Lucarelli
Intanto, a Non è l’Arena arriva anche la giornalista Selvaggia Lucarelli, chiamata ad analizzare l’attualità con suoi commenti pungenti. L’altra novità sarà la preparazione di alcune puntate speciali, su cui però Giletti non ha voluto sbottonarsi.
Ecco la nostra intervista.
Giletti, che obiettivi si è dato per questa nuova stagione?
L’obiettivo è fare la nostra televisione. Conquistare ascolti è importante ma non è prioritario. Fare una tv che vada al di là della notizia apparente: questo è il mio modo di vivere. Cercare una verità. Non esiste una verità assoluta, ma esistono delle verità parallele, bisogna avere il coraggio di andare a cercarle e il coraggio di svilupparle. È molto complicato, non sempre può riuscire, però questo è l’obiettivo. I numeri contano, ma non sono decisivi.
Tra gli argomenti annunciati per la prima puntata ci sono il faccia a faccia con Matteo Renzi, un’inchiesta sulla prostituzione minorile, ma anche Pamela Prati e il caso del fantomatico matrimonio con Mark Caltagirone. Che taglio ha deciso di dare a questo spazio?
A me interessa capire come si riesca a creare dal nulla un caso così. Gli aspetti interessanti sono questi. A me il gossip fine a se stesso importa poco, il vestito da sposa mi importa poco, però sono degli elementi che permettono di ricostruire la storia, di raccontarla nei dettagli.
Quello che è più interessante è come il ciarpame diventa protagonista della tv di oggi e quali sono i mezzi a cui non si ha paura di attingere pur di creare un caso dal nulla.
Dietro la scelta di parlare del caso Prati c’è anche un tentativo di ampliare il vostro pubblico?
No, no, fermi tutti. Qualcuno ha scritto che io non mi devo occupare di Pamela Prati. Qualcuno ha detto ‘Ma come, Giletti dice che lui e la sua tv non si occupano dei Mark Caltagirone’. Certo, Mark Caltagirone è la tv del nulla, ma in questo caso abbiamo voluto fare un’inchiesta sul nulla.
Vogliamo capire come si arriva a far sì che il nulla diventi protagonista di una soap pazzesca, come una fake news abbia invaso il mondo mediatico. Ancora adesso tutti ne parlano e continueranno a parlarne perché è un caso incredibile. Un caso di scuola. Ripeto, quello che mi interessa è andare oltre. Capire come si arriva a ciò, pur sapendo che quello è ciarpame, che è un sottobosco pericoloso. Ci sarà ancora una morale che blocca il numero degli ascolti? Perché, altrimenti, qual è la prossima frontiera?
Ecco, perché non posso occuparmene? E con chi lo dovevo fare, se non con la protagonista? Che tra l’altro sono mesi che non parla e forse non è stata mai bene ascoltata. C’ha giocato o no? È stata vittima? Queste sono le cose interessanti, il resto è televisione. Lo so bene, ma io non ci costruisco cinque mesi di programma.
Invece, per quanto riguarda l’interista a Matteo Renzi, l’aveva già programmata oppure gli sviluppi degli ultimi tempi le hanno dato questa opportunità?
La forza di un programma è di stare sull’attualità. Renzi è un protagonista indiscusso della politica che nell’ultimo periodo ha lavorato sotto traccia, ma sempre avendo numeri importanti nel PD. Oggi è determinante. Non solo è stato determinante nello spingere Zingaretti a formare il nuovo governo, ma lo è ancora di più dal momento che si è ritagliato una figura terza con in mano le chiavi del governo, a questo punto. Perché in Senato ha numeri evidenti e quindi sarà lui a decidere quando staccare la spina. Però deve anche stare attento, magari qualcun altro avrà la stessa idea…
Facendo un piccolo passo indietro, quando ha deciso di rimanere a La7, aveva colto alcuni scricchiolii a livello politico che secondo lei avrebbero creato subbuglio in Rai?
Io sono un uomo di prodotto, vado dove il prodotto è garantito. Cosa intendo? Vuole dire che io devo avere pari dignità per i ragazzi che lavorano con me. Rispetto. E devo avere delle condizioni di produttività importanti, perché faccio della velocità uno dei punti di forza. La politica non ci deve essere, non deve determinare. Devo riconoscere che Cairo è un Presidente che non chiede nulla. E questo è fondamentale.
In Rai, ho avuto un’esperienza che, nonostante il successo clamoroso del nostro programma – chi fa 4 milioni oggi? bisogna cercarli col lanternino – non è stata premiante. È arrivato qualcuno che ha deciso la chiusura nonostante il successo. Insomma, uno deve mettere insieme tutti i tasselli e poi decide.
Sono stati annunciati alcuni speciali di Non è l’Arena, ci può anticipare qualcosa?
Ne parleremo, per ora navighiamo a vista.