Il regista che ha firmato anche le due serie de Il giovane Montalbano interpretate sempre da Michele Riondino, racconta nell’intervista che vi proponiamo, una sua visione personale del romanzo e quindi della trasposizione televisiva di La mossa del cavallo.
Innanzitutto Tavarelli spiega che questo primo film TV potrebbe essere l’inizio di una collana di altri prodotti sempre tratti dai romanzi storici di Andrea camilleri. Proprio per questo è stato aggiunto il sottotitolo C’era una volta Vigata perché Camilleri vuole raccontare com’era Vigata e quindi anche Montelusa prima che arrivasse il commissario Montalbano con le sue indagini.
Dice il regista: La particolarità del romanzo ha subito fatto optare per una trasposizione lineare che ne potesse preservare l’originalità. Quindi avevamo bisogno di un punto di vista forte per poter narrare. La scelta di trasformare la vicenda in un western in terra di Sicilia, ci ha impedito di cadere in tutte le trappole dei film in costume. Il tv movie mette insieme recitazione, immagini, attori che passano dal grottesco al realismo dalla commedia alla denuncia.
Infine Tavarelli conclude: ho cominciato ad attingere al cinema di Sergio Leone, di Tarantino, al cinema americano e italiano degli anni 70. Mi sono divertito a mischiare i generi. Perché il romanzo di Camilleri, pur essendo ambientato nel 1877, è pieno di battute, è grottesco, assurdo e strampalato allo stesso tempo. Ma è anche estremamente reale e attuale.
Per tutte le altre dichiarazioni vi rimandiamo all’intervista integrale.