Abbiamo incontrato Giacobbo che ci ha parlato a 360° del suo lavoro ed ha anticipato il suo prossimo progetto letterario.
Ma i ragazzi sono davvero interessati alle tematiche trattate nei suoi programmi?
Avevamo già sperimentato con “Ragazzi c’è Voyager” la curiosità degli studenti per molte tematiche affrontate nei nostri programmi. E così il direttore di Rai Ragazzi, Luca Milano, ha avuto l’idea di portare Voyager su Rai Gulp. Si sta addirittura valutando l’ipotesi che Teen Voyager possa approdare anche su Rai 2.
È vero che lei va anche nelle scuole italiane a parlare di Voyager?
Certo lo faccio da molti anni. Racconto le esperienze vissute personalmente nel corso della registrazione delle puntate del programma. Le domande che mi vengono rivolte maggiormente riguardano la complessità del lavoro svolto e le curiosità sullo spazio. C’è una frase che amo dire non solo ai piccoli ma anche ai grandi appassionati di Voyager.
Quale?
Noi viviamo distrattamente in un equilibrio instabile tra spazio e tempo.
Lei è un divulgatore. Quali sono gli altri colleghi che considera tali?
Siamo in tre: Piero e Alberto Angela ed io. Noi abbiamo la responsabilità delle prime serate su Rai 1, Rai 2 e Rai 3. È un impegno notevolissimo nei confronti dei telespettatori.
Come viene realizzato Voyager?
Il programma è tutto realizzato dalle maestranze Rai, senza alcun appalto esterno. In questo modo si valorizzano le potenzialità di viale Mazzini. Inoltre Voyager è diventato anche molto noto negli Stati Uniti perché viene trasmesso da Rai World.
Quando tornerà il nuovo ciclo di Voyager in prima serata?
Riprenderemo ad ottobre ed andremo in onda fino a gennaio. Voyager è un programma che non si ferma mai nel corso dei mesi. Organizzare le puntate richiede un lavoro impegnativo. Ed infatti dalla scelta degli argomenti fino alla messa in onda trascorrono sei mesi. In ogni caso però cerchiamo di registrare a ridosso della messa in onda.
Maurizio Crozza fa di lei una parodia esilarante: Kazzenger. L’ha mai vista?
L’ho trovata davvero originale. Tra l’altro sono entrato nella lista degli influencer del web senza aver fatto mai nulla per raggiungere tale posizione. Tutto ciò dipende soltanto dal seguito che abbiamo sui social network, dove siamo graditi soprattutto ai millennials.
Parla del suo lavoro in famiglia?
Certo noi parliamo molto tra di noi. Ho tre figlie, Angelica, Giovanna e Margherita appassionate di quanto realizzo in TV. E mia moglie Irene è stata per me un braccio destro formidabile.
Lei è anche un telespettatore molto attento. Quali sono i programmi che segue in TV?
Mi appassiono soprattutto a National Geographic, History Channel ed a Focus. Sono canali che hanno contenuti intelligenti e nei quali mi ritrovo. Spesso infatti seguendo le inchieste che propongono mi ritrovo a pensare: “io farei in questo modo”. C’è stata anche una sinergia con scambio di immagini, tra la Rai con Voyager e National Geographic. Siamo riusciti ad andare in onda con il medesimo tempo, mentre in passato alla Rai erano dedicati pochi minuti.
Che racconta nel prossimo libro?
Mi occupo di Annibale. Racconterò molte novità sul personaggio che sono venute fuori dalle mie ricerche. Sarà in libreria ad aprile.