Abbiamo incontrato la padrona di casa che ci ha svelato tutte le prossime novità del Kilimangiaro.
L’aumento degli indici di ascolto ha qualche motivazione particolare a suo parere?
Sono la conseguenza di un investimento fatto sui contenuti e di un processo di cambiamento graditi ai telespettatori. Abbiamo proposto in una fascia oraria difficile, come il daytime pomeridiano, tematiche apparentemente ostiche e rischiose come ad esempio la scienza, la biologia e la matematica. Argomenti difficili che sono stati però trattati con semplicità, chiarezza e un coinvolgimento divulgativo da parte degli ospiti che abbiamo invitato in studio.
Con quale criterio avete scelto gli esperti nei vari settori settimana dopo settimana?
Soprattutto in base alla capacità di comunicare con il grande pubblico e raggiungere il numero più vasto di telespettatori. A darci una mano è stata anche la fedeltà del pubblico e la fiducia che ha riposto in noi e non nego che sia intervenuto anche un pizzico di fortuna.
Vi sentite dunque l’alternativa del pomeriggio festivo?
In televisione c’è spazio per tutti. Chi ci sceglie sa di trovare un determinato prodotto basato soprattutto sull’amore per i viaggi e sul valore dei documentari che sono uno dei piatti forti del Kilimangiaro.
Il programma si è allungato di qualche settimana?
In passato la stagione si concludeva nel giorno di Pasqua. Sull’onda del successo dell’attuale edizione l’ultima puntata del Kilimangiaro andrà in onda il 22 aprile. Nel giorno di Pasqua però è confermato l’appuntamento in prima serata con l’elezione del Borgo dei Borghi.
Ci sarà una commissione giudicatrice per eleggere il Borgo più bello d’Italia 2018?
Certamente. Sicuramente ci saranno Philippe Daverio, Mario Tozzi.
È prevista anche quest’anno una versione estiva del Kilimangiaro?
Stiamo preparando quattro prime serate che potrebbero considerarsi una sorta di spin-off del programma domenicale. Ma avranno un’altra costruzione e agganci nuovi. Cominceremo ad andare in onda a giugno e sarà un appuntamento in cui al centro dell’attenzione porremo una discussione costruttiva su molti temi cari al Kilimangiaro. Forse la collocazione potrebbe essere la domenica sera.
Le piacerebbe gestire anche altri programmi?
Cercheremo di inserire il mio desiderio di tornare ai talk e di parlare in maniera più consistente di costume e attualità, proprio nelle quattro nuove puntate.
C’è un argomento che vorrebbe introdurre nel Kilimangiaro?
Mi piacerebbe una rubrica che avesse al centro dell’attenzione il viaggio con i bambini. Si tratta di un’esperienza diversa che non è sempre facile realizzare.
Com’è cambiata la divulgazione in TV a suo parere?
Sicuramente è migliorata. E se si lavora con coraggio e con innovazione, i risultati non possono mancare. Penso ad esempio a programmi come quelli di Piero ed Alberto Angela, prodotti di grande prestigio per Rai 1 e Rai 3.
State già preparando i nuovi documentari?
I nostri inviati lavorano tutto l’anno e attualmente sono in giro per realizzare filmati anche per le prime serate.
Come è cambiata la TV nell’ultimo anno?
Ci sono tentativi di miglioramento. Penso ad esempio ai programmi di Mika, di Virginia Raffaele e Roberto Bolle. Ma mi riferisco anche a trasmissioni di informazione come Nemo – Nessuno escluso e di musica come Ossigeno condotto da Manuel Agnelli. Insomma la Rai sta recuperando il piacere della sperimentazione che sembrava oramai perso.