Quanto è cambiato nella soap opera in 22 anni?
«È mutato praticamente tutto. Ogni personaggio ha avuto la sua evoluzione proprio come avviene nella vita reale. Un posto al sole infatti è ispirato alla cronaca e alla realtà. Io sono cambiato ma anche Raffaele ha raggiunto una propria maturità: ha attraversato momenti di crisi, di stanchezza fisica, persino di malattia. Il pubblico ci ha visto vivere».
Insomma Patrizio e Raffaele hanno vissuto una vita parallela?
«È proprio così. Io quando la mattina arrivo sul set mi riconosco in una nuova famiglia dove tutti ci rispettiamo e facciamo parte di un prodotto in continuo divenire. Noi scriviamo giorno dopo giorno un racconto continuo che trae spunto dalla realtà. Non c’è niente di romanzato. Un posto al sole è una continua macchina produttiva che fa onore a Napoli».
Nella puntata numero 5000 lei vivrà una situazione molto particolare. Ci può anticipare il contenuto?
«Raffaele Giordano in seguito ad una caduta sarà protagonista di una singolare esperienza ai confini della realtà. Potrà incontrare anche alcune persone a lui care e scomparse da tempo. Tra questi la prima moglie Adele Pandolfi. Non posso anticipare altro. Lo speciale è il pretesto per ricordare personaggi del passato di Un posto al sole».
Anche Napoli è cambiata dopo 5000 puntate?
«Sicuramente. La città ha una nuova energia che si percepisce ovunque soprattutto a livello culturale e turistico. Napoli è diventato il palcoscenico privilegiato per cinema, fiction, teatro e arte. Ha un dinamismo mai riscontrato precedentemente che ha portato come conseguenza un vero e proprio boom turistico. Insomma è una città in fermento. Un fermento di cui Un posto al sole ne è lo specchio».
Nella serie si parla anche dei problemi, soprattutto delle tematiche giovanili. Come vi riuscite?
«Per ogni problematica gli sceneggiatori creano delle situazioni specifiche. Ad esempio in questo periodo ci stiamo occupando del rinnovato pericolo della droga. Vogliamo portare all’attenzione del pubblico anche tematiche poco conosciute. Ma c’è sempre nella serie un messaggio positivo».
Progetti professionali al di là di Un posto al sole?
«Insieme a Francesco Vitiello, Claudia Ruffo e Davide Devenuto abbiamo fondato una società di produzione. Stiamo realizzando la puntata pilota di una serie televisiva. In passato abbiamo realizzato prodotti anche per la piattaforma on demand Netflix, destinati soprattutto al mercato francese».
Quale personaggio vorrebbe ancora interpretare in TV?
«Mi piacerebbe calarmi nel ruolo del commissario di Polizia, Luigi Alfredo Ricciardi, creato dallo scrittore napoletano Maurizio De Giovanni».
Lei è anche nel consiglio di amministrazione del teatro Mercadante di Napoli. Ci anticipa come sarà la nuova stagione?
«Sono felice di poter annunciare che abbiamo fatto rinascere il teatro antico di Pompei. Ci sarà una programmazione estiva di tutto rispetto con Robert Wilson detto Bob, regista e drammaturgo statunitense, e Mariano Rigillo».
MERAVIGLIOSI!! VI SEGUO DAL LONTANO OTTOBRE 1996 Vi ho visto crescere , e diventare sempre più bravi, siete diventati da me persone di famiglia , che entrate in casa la sera , se non sono in casa Vi cerco ovunque. Belli e Bravi
COMPLIMENTI ! Siete Fantastici!
Siete i compagni meravigliosi delle mie serate. Vi voglio bene