Attraverso Massimo Enriquez gli sceneggiatori hanno voluto inserire nel racconto un tema molto attuale e drammatico: la violenza sulle donne.
Abbiamo intervistato Rodolfo Corsato che ci ha raccontato non solo il personaggio ma anche la sua esperienza in Un posto al sole.
Quando è entrato nella soap opera e con quale ruolo?
«La mia prima scena risale al gennaio del 2017. Quando sono stato interpellato per il personaggio di Enriquez, sono subito stato incuriosito dai suoi atteggiamenti molto particolari. Attraverso Enriquez si vuole affrontare una tematica di grande attualità come ad esempio le molestie sulle donne. Enriquez ha comportamenti discutibili ma alla fine il suo percorso non è completamente negativo: qualcuno verrà a salvarlo».
Qual è il riscontro di pubblico nei confronti dell’avvocato Enriquez?
«Gli appassionati di Un posto al sole hanno capito che Enriquez in questo periodo è messo davvero male, sta diventando quasi una vittima e probabilmente qualcuno vuole prendersi una vendetta nei suoi confronti. Ma solo in seguito riusciremo a capire di chi si tratta».
Qual è la parte umana dell’avvocato?
«Lui tira fuori la sua personalità in molte situazioni nelle quali esprime la parte migliore. Enriquez rappresenta la condanna verso un mondo dove l’uomo di potere vuole affermarsi attraverso vari espedienti, tra i quali anche il possesso di una bella donna. Un atteggiamento che può diventare una malattia. Però ripeto c’è una vera e propria congiura nei confronti dell’avvocato».
Dopo un anno di permanenza nella soap opera, come vive il traguardo delle 5000 puntate?
«Intanto posso confermare che la serie ha un grande riscontro di pubblico anche all’estero. Dopo Il Commissario Montalbano è il prodotto televisivo italiano più visto in assoluto. Pensi che a me è capitato di essere riconosciuto come l’avvocato Enriquez in molti dei miei viaggi all’estero, tra cui uno in Canada».
Il suo rapporto con la città di Napoli?
«Pur facendo la spola tra Roma, dove abito, e la città partenopea, dove lavoro, ho apprezzato il grande senso di accoglienza dei napoletani. Pensi che i tassisti fanno a gara per avermi con loro in macchina. E durante il tragitto dalla stazione agli studi televisivi non fanno altro che parlare della soap opera e del mio personaggio. Ecco per me il consenso del pubblico è il fattore più gratificante».
«Intanto la sua presenza all’interno di Un posto al sole sarà ancora lunga e l’evoluzione dell’avvocato riserverà ai telespettatori molte sorprese».
Qual è l’aspetto di Un posto al sole che l’ha colpita maggiormente?
«Il rodaggio perfetto della serie. L’ingranaggio che oramai sembra quasi procedere da solo senza problemi secondo uno schema predefinito che mette tutti gli attori a proprio agio».
Lei ha interpretato moltissime fiction ed è stato anche nel cast di Centovetrine. Progetti futuri al di là di Un posto al sole?
«Sarò protagonista di puntata di una serie televisiva poliziesca ed ho interpretato un film in Svezia destinato a Netflix».