Dunque torna in video ancora una volta in estate. Come mai non c’è per lei uno spazio nella programmazione invernale?
Mi sento come quelli delle colonie estive che tornano puntualmente ogni anno. In effetti durante l’inverno mi dedico molto al teatro. Amo però molto il rapporto quotidiano e televisivo con il pubblico perché crea affezione con i telespettatori.
Lei faceva parte del programma di Rai3 dal titolo “Cominciamo bene” in cui apriva il sipario sui principali teatri d’Italia, soprattutto su quello napoletano. Come mai fu tolto dal palinsesto?
Eliminare “Cominciamo bene” fa un’idea dell’allora direttore Antonio Di Bella. Credo sia stato un errore. Attualmente su Rai 3 non esiste nessuno spazio dedicato al teatro. Eppure io sono convinto che le tv generaliste abbiano l’obbligo di informare in virtù del loro compito di televisione pubblica.
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Adesso però riprende con la seconda edizione di “Colpo di scena”. Ci spiega il significato di questi incontri?
Ho voluto mettere a confronto una generazione di figli con quella dei padri. Personaggi rappresentativi di due epoche spettacolari molto differenti ma portatrici di grandi novità. Tra i sette protagonisti mi è piaciuto inserire Massimiliano Pani, perché si è offuscato il ricordo del padre Corrado Pani, un artista che ha fatto la storia del teatro ed è purtroppo scomparso molto presto.
Come hanno raccontato i figli i loro genitori?
Sono stati tutti molto obiettivi, ne hanno parlato con distacco ma con affetto, senza nessun accenno a romanticismo o retorici sentimentalismi. Certo, i loro padri, per motivi professionali, sono stati abbastanza assenti durante la loro infanzia. Ciononostante ognuno ha visto il proprio genitore come un arricchimento per la propria vita. Nessuno ha mostrato astio o remore. Al contrario hanno raccontato eventi ed episodi davvero sorprendenti.
Ce ne anticipa qualcuno?
Paolo Jannacci, il figlio di Enzo, ci racconterà che il padre non gli leggeva mai le favole la sera e non lo portava alle giostre. E quando lui gliene chiedeva la motivazione, il padre gli rispondeva che avrebbe dovuto portarlo alla guerra non alle giostre per fargli capire il senso della vita.
Quale sarà il primo figlio a parlare del padre domenica 19 giugno?
Alessandro Gassmann che interverrà dal Chiostro del Bramante. La puntata dell’esordio sarà speciale perché avremo Franca Valeri in studio. Lei parlerà di Vittorio Gassman che ha conosciuto e racconterà episodi legati alla loro amicizia. La Valeri ricorda anche molti aspetti della sua infanzia legati alla figura del padre. Vi anticipo che Alessandro Gassmann parlerà in maniera molto tenera del padre mettendone in evidenza soprattutto la complicità reciproca.
Lei dirige il Teatro Comunale di Atri. Quali progetti sta preparando?
Questo teatro dell’800 è un piccolo gioiellino che io ho cercato di riportare all’antico splendore in tre anni di lavoro molto intenso. Abbiamo fatto innanzitutto una stagione dedicata alle scuole che quest’anno comprende anche Shakespeare in occasione dei 400 anni della morte. I giovani, se si dedicano al teatro, ne sono affascinati.
Ha anche qualche altra esperienza come direttore artistico teatrale?
Io sono cresciuto ad Orvieto e, quando ho saputo che cercavano nuovo responsabile per il Teatro Mancinelli, mi sono proposto lavorando senza compenso. Lo facevo per la mia città. Ma ciononostante sono stato scartato. In questi casi ci si accorge come altri fattori riescano ad avere la meglio sull’entusiasmo per l’arte.