Indice dei contenuti
- 1 Una sfida dunque tra vecchi e nuovi campioni. Ci spiega come si svolge?
- 2 Come mai Sarabanda è diventato un vero e proprio cult nel corso degli anni?
- 3 Sarà una edizione che celebra i 20 anni?
- 4 Lei parlava del suo futuro professionale. Dove lo inquadra?
- 5 Lei che è stato un ballerino della Carlucci, ha visto le ultime edizioni di Ballando con le stelle?
- 6 Lei vive stabilmente a Miami. Ha fatto un paragone tra la tv statunitense e quella italiana?
- 7 È davvero così critico sul nostro piccolo schermo?
Ma Enrico Papi non è soltanto un conduttore. Si è messo alla prova anche in altri settori come ci racconta. Non solo ma esprime opinioni abbastanza negative sul piccolo schermo made in Italy.
Una sfida dunque tra vecchi e nuovi campioni. Ci spiega come si svolge?
In ogni puntata metteremo di fronte quattro protagonisti del passato e quattro ragazzi di oggi. Vedremo se la tradizione o l’innovazione riusciranno ad avere la meglio. Alla fine di ogni puntata ci sarà un vincitore. Mentre il vincitore finale sarà eletto a conclusione del ciclo attuale di Sarabanda. A lui sarà consegnata una coppa appositamente realizzata e rappresentativa del programma.
Come mai Sarabanda è diventato un vero e proprio cult nel corso degli anni?
La forza del gioco sta nella musica. Sarabanda è stato curato da me nei minimi particolari ed è un programma che non tutti possono condurre. Io l’ho costruito sulle mie corde professionali. Inoltre sui social ho sempre incentivato la passione per la musica. La richiesta di riportare Sarabanda in video è venuta inizialmente proprio dal popolo del web.
Sarà una edizione che celebra i 20 anni?
Assolutamente no. Vogliamo realizzare un programma giovane e frizzante e poi desidero, attraverso Sarabanda, riportare in video i protagonisti dell’epoca che tanto sono stati amati dal pubblico.
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Intanto con il singolo “Mooseca” ha sfondato il tetto dei 9 milioni di visualizzazioni su YouTube. Se lo aspettava?
Un risultato positivo era nell’aria ma non in questi termini. Sono estremamente soddisfatto anche perché la musica farà parte del mio futuro. E sono gratificato dalla considerazione che i giovani oggi mi conoscono più per “Mooseca” che per Sarabanda.
Lei parlava del suo futuro professionale. Dove lo inquadra?
Io sono stato sia in Rai che in Mediaset. Ed ho già fatto le mie scelte che naturalmente rivelerò al momento opportuno. Spesso noi personaggi dello spettacolo siamo spinti a prendere decisioni a seconda degli eventi e di quanto ci viene proposto. Io sto bene in Mediaset e soprattutto vorrei realizzare programmi all’insegna dell’intrattenimento, della musica, dell’ironia.
Lei che è stato un ballerino della Carlucci, ha visto le ultime edizioni di Ballando con le stelle?
Sì e devo dire che la forza del programma è tale da non aver bisogno di una giuria che litiga e crea polemiche. Essere giudicati fa parte del gioco ma non bisogna esagerare. Sinceramente non ho condiviso le ultime scelte un po’ trash del dance show.
Lei vive stabilmente a Miami. Ha fatto un paragone tra la tv statunitense e quella italiana?
Negli USA il piccolo schermo si basa soprattutto su due grandi settori: le serie televisive e i grandi show. Io li seguo ambedue. Ma la differenza con la nostra tv è evidente. Da noi circolano sempre le stesse facce, è una tv anomala e senza senso, senza ironia. Non ci sono spazi per la sperimentazione.
È davvero così critico sul nostro piccolo schermo?
C’è di peggio, la tv italiana è fatta di troppi talent che danno illusioni, perché comunicano il messaggio negativo secondo cui tutti possono essere protagonisti del piccolo schermo. Insomma ci sono troppi talent ma pochissimi talenti.