Lei è stato critico con diversi programmi. Se ci fosse un naufragio catodico quali trasmissioni salverebbe?
Sarabanda sicuramente per ragioni affettive, X Factor mi piace moltissimo. Poi da mantenere a mo’ di amarcord, terrei il programma cult di Mike Bongiorno, “Lascia o Raddoppia”, che è in assoluto un quiz storico. Inoltre amavo moltissimo il cinismo buono di Corrado, la sua “Corrida” era unica. E se potessi, mi porterei tutti i programmi realizzati da Raimondo Vianello e Sandra Mondaini. Sono pochissimi coloro che meritano di esser chiamati maestri e loro sono tra questi. Aggiungerei Pippo Baudo gran “cerimoniere” della tv. Per quando riguarda il talk show salvo Maurizio Costanzo, una mente nata per la tv. Tutti gli altri per me vengono dopo.
Lei ha partecipato a talent come “Ballando con le stelle”, se le proponessero il “Grande Fratello Vip”?
Assolutamente no. A “Ballando” bisogna dimostrare di saper ballare, in “Tale & Quale show” mi son messo alla prova con un vero e proprio show, al Grande Fratello cosa dimostri? Di stare in una casa con un microfono acceso, non è da artista. Questo programma nasce come esperimento in America rinchiudendo in una casa, per cento giorni, dieci persone.. Adesso è diventata un’altra cosa. Invece condurrei un reality visto che lo fanno sempre le donne.
Lei si era ritirato per un certo periodo, come ha impiegato questo tempo?
Intanto ho scovato “Reazione a catena” e c’è chi ancora ci vive grazie a questo game. Ho studiato le dinamiche dei social: sono così riuscito a seguire i miei figli di 17 e 9 anni. Ho cercato di comprendere di più i giovani. Mi son chiesto: facendo questo lavoro: che c’è oltre la televisione? Il momento di pausa mi ha ringiovanito mentalmente, anche perché star sempre in tv fa invecchiare. Tutti parlano negativamente dei giovani di oggi, ma io credo che siano meglio di quando eravamo noi giovani. Quando non guardano la tv bisognerebbe chiedersi perché. Se offriamo loro un prodotto giusto, ci seguono anche i canali generalisti.
Pensando alle new generation, quale potrebbe essere la chiave per riconquistarle alla tv?
Coi giovani devi essere innanzi tutto diretto, devi incuriosirli e attirare la loro attenzione come in “Django Unchained” dove Di Caprio dice: «avevate la mia curiosità, ma ora avete la mia attenzione». Devi innanzi tutto rispettarli e loro devono percepire che hai pensato qualcosa appositamente per loro, il tutto non deve essere troppo costruito. Al giovane piace il pop, il casual, bisogna far capire loro che si tratta di un’idea nata in quel momento.
E con “Sanremo” si può riuscire?
Certamente, devi essere un festival un po’ un “pazzo” come loro. Io di testa sento di avere diciott’anni, anzi non ancora compiuti.
Ha affermato di voler partecipare a “Sanremo” anche come cantante…
Certo, sto scrivendo il testo sempre col gruppo di lavoro di “Mooseca” (con cui ha spopolato arrivando a dodici milioni di visualizzazioni su YouTube, nda) sempre prodotto dai Marnik. Io ci provo, poi, non so se me lo faranno fare. Sarà nel mio stile però adatto per “Sanremo”.
Chi lo condurrà secondo lei?
(cerca scherzosamente di eludere la risposta) Non lo posso dire perché lo so.
Lei ha accennato al coraggio di allontanarsi dalla tv. Ci spiega meglio a che si riferisce?
Quando capisci che il tuo lavoro è diventato una routine, se lo fai solo per soldi, se nessuno ti segue e tu insisti o se non c’è più il gusto della diretta, quello è il momento. Io, a un tratto, facevo due/tre programmi contemporaneamente ed era troppo, rischiavo di diventare una macchina. Quando ho fatto le tre puntate speciali di “Sarabanda” è stato bellissimo, riprovare l’adrenalina della diretta.
Chi vedrebbe come conduttore di “Sarabanda”al suo posto?
“Reazione a catena” l’ho scoperta io, ma non l’ho mai condotto. “Sarabanda” l’ho creata io, quindi possono anche sperimentare – e già ci hanno provato – però a loro rischio e pericolo. Oggi mi copiano tutti, soprattutto nella mia abitudine di affibbiare dei nomignoli, perché non riesco a ricordarmi tutti i nomi delle persone, lo faccio anche nella vita. “Sarabanda” è come avere un figlio.
C’è una corda artistica che ancora non ha fatto emergere di sé?
(Rispondendo sempre col sorriso e l’ironia) Ho ballato, ho cantato, ho imitato, sono stato nella gabbia dei leoni al circo, adesso basta. Mi piacerebbe fare un varietà, un genere che tanto amavo da piccolo. Non si è più fatto e lo vorrei riproporre in chiave moderna.
Che tipo di conduttore sente di essere?
Sono atipico, potremmo dire un conduttore-telespettatore. Certo non sono un cantante o un attore che fa il conduttore, nasco facendo il conduttore a mio modo.
Dove la vedremo impegnato prossimamente oltre a “Guess My Age”?
Continuerò ad animare i social con contenuti inediti e ci sarà un secondo singolo credo in uscita a settembre.