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Panariello non ha rinunciato agli “apporti” Mediaset: ha ospitato Alessandra Amoroso dedicandole lo stesso spazio spettacolare dato ad Emma Marrone nella puntata d’esordio. Ma vi ha aggiunto anche un contributo Sky con la presenza dello chef Alessandro Borghese.Peccato che questo segmento sia stato tra i più discutibili e di dubbio “gusto”: era incentrato sulle nuove frontiere dell’alimentazione a base di insetti.
Deludente è stato anche l’intervento di Matt Dillon, basato su schemi già visti e su battute abbastanza scontate. Il divo hollywoodiano avrebbe dovuto dare un contributo meno banale allo show se gli autori fossero stati in grado di costruire dialoghi più convincenti.
Stonata e talvolta irritante la presenza di Tosca D’Aquino che, anche nella seconda puntata ha riproposto il personaggio visto a Torno Sabato.
C’è stata anche una evidente apertura alla satira politica non sfruttata a sufficienza, però. E’ accaduto nell’intervento del bagnino Mario, personaggio storico di Panariello, nel monologo su “50 sfumature di grigio” e nell’ultimo intervento del comico. Hanno fatto capolino battute su Matteo Salvini, Brunetta e la Santanchè e, ancor più velatamente su Silvio Berlusconi. Il conduttore si è avventurato anche su argomenti hard con la complicità della D’Aquino e di Claudia Gerini in una parodia proprio del famoso film “50 sfumature di grigio”.
Ma proprio nella conclusione della puntata, Panariello ha tentato di accreditarsi nel firmamento della “satira” politica, opportunamente edulcorata per il pubblico di Rai1, of course. Un breve excursus tra l’infinita molteplicità dei partiti, con qualche battuta più incisiva, ha fatto seguito ad un intervento anche su Papa Francesco.
La Gerini era già intervenuta prima per cantare, stonando vistosamente, la versione italiana di All you need is love.
Neanche l’intervento comico di Paolo Rossi ha convinto: vestito da Babbo Natale, l’artista ha fatto una breve apparizione canora, scomparendo subito, inghiottito da uno show che stava diventando troppo lungo.
Forse il segmento migliore della seconda serata di Panariello sotto l’albero lo si è riscontrato proprio all’inizio con il comico che impersonava un anziano impegnato a raccontare, con battute amare, la solitudine della terza età. Credibile, fortunatamente, il nuovo personaggio Sirvano, detto “Er vaia”, parodia dell’italiano medio sfaccendato e con poca voglia di lavorare.
Non poteva mancare la parodia di Renato Zero, una delle migliori del repertorio di Giorgio Panariello. Zero è apparso incastonato in un presepe: ci è sembrato un modo per ribadire le tradizioni natalizie del nostro Paese.