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Si è conclusa così l’avventura della seconda edizione della kermesse canora targata Carlo Conti. Un finale da grandeur che consacra Conti negli annali della storia del festival. Ma la quinta serata di Sanremo 2016 è stata molto di più. Innanzitutto c’è da apprezzare la presenza sul palcoscenico dell’Ariston di Virginia Raffaele nel ruolo di se stessa. Elegante, dotata di un pungente sens of humour, è apparsa alquanto emozionata, abituata ad apparire più nei personaggi che interpreta. Ma ha evidenziato tutta la sua superiorità nei confronti di Madalina Ghenea: dimostrando, se ce ne fosse stato bisogno, che la bellezza e l’intelligenza made in Italy non hanno nulla da invidiare alle “belle statuine” che da oltre confine sono approdate, nel corso delle edizioni, sul palcoscenico dell’Ariston.
Insomma se la Ghenea non ci fosse stata, non se ne sarebbe avvertita la mancanza. Bastava, a nostro parere, la presenza fissa della Raffaele nella parte di se stessa sul palcoscenico del teatro Ariston. In alcuni ben definiti momenti, avrebbe potuto realizzare parodie e imitazioni. Anche una sola. Questo le avrebbe consentito di far capire lo spessore della sua presenza scenica e la forza della sua personalità. La verità è che, con la Raffaele, la Ghenea scompare.
E Gabriel Garko? Siamo certi che dovrà immediatamente accendere un cero a Sanremo. Il confronto tra l’essere impacciato, legnoso e senza verve apparso nella prima puntata, non somiglia al Garko dell’ultima puntata. L’attore ha ricevuto da cinque serate di festival molto più di quanto gli hanno dato cinque o dieci anni anni di stereotipate e improbabili fiction made in Cologno Monzese. Garko ha capito di doversi mettere in gioco ironicamente. E quando, stasera, gli hanno oscurato il gobbo, impedendogli di leggere il nome del cantante da presentare, ha fatto subito ricorso al foglio che aveva in mano con un sorrisetto. Aveva persino capito che gli era stato fatto uno scherzo. Non altrettanto bene se l’è cavata quando ha dovuto recitare la poesia dell’iniziativa Parole in libertà. Ma tutto ha un limite.
Carlo Conti è stato esaustivo: non ha dimenticato nulla e nessuno. Uno spottone per la quarta edizione di The Voice all’esordio su Rai2, un altro per lo spettacolo dall’Arena di Verona di cui sarà protagonista il prossimo 5 settembre assieme agli amici di sempre Leonardo Pieraccioni e Giorgio Panariello. Poi il lungo spazio dedicato a Renato Zero. La promozione delle prossime fiction di Rai1, e le canzoni, naturalmente.
Ogni tassello è stato inserito nel mosaico che compone Sanremo 2016. Da adesso si guarda al futuro.