Se infatti nella prima stagione la rete aveva scelto un lancio alle 20.50 in quanto orario privilegiato per proporre un prodotto di punta, i dati hanno confermato che la replica in seconda serata registrava risultati simili. Di conseguenza, si è deciso di spostare CCN in quello che era il suo orario naturale.
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25 le puntate previste, per una durata che si allunga dai dieci ai quindici minuti. Un tempo breve, ma sufficiente a Raimondo per sferzare a ritmo serrato lo spettatore sui grandi temi di attualità. Dove per attualità si intende la Corea del Nord come l’amore ai tempi di Tinder, la mafia, la corruzione i cibi cancerogeni, o il Vaticano trattato in chiave geopolitica, in quanto paese confinante con l’Italia e senza sbocchi sul mare. Insomma, tanto basta all’anchorman di Comedy Central e al suo gruppo di autori per leggere la realtà. E non è un caso che la prima puntata si apra con una schermata che recita che “la vita non è eterna, ma lo può sembrare guardando questo programma”.
Quanto accade dopo è un tripudio di irrisione alla mafia: argomento serio, serissimo, di cui viene messo in luce l’aspetto ridicolo. È satira, bellezza: irridere il potere, di qualsiasi tipo esso sia. Perciò la mafia viene descritta da un punto di vista che la smitizza: non è il fascino perverso di Gomorra o Romanzo Criminale, ma quella di Iovine arrestato con un maglioncino “lilla”. Oppure quella di El Chapo, che nella realtà non appare certo come il personaggio carismatico di una serie Netflix, ma un uomo che ha l’aspetto di un panettiere. E i Casamonica? Più che l’antimafia, dovrebbe intervenire Enzo Miccio. Perché la mafia è “ridicola e burina”: “non è come una serie di Sky, ma come una di Rai 1”.
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Come in ogni telegiornale che si rispetti, anche CCN ha un inviato che staziona davanti Palazzo Chigi. Si tratta di Simone Salis, inviato gay riconfermato dalla prima stagione. Alla finta redazione si aggiunge Maurizio Bousso, che sarà invece l’inviato di colore. Spazio dunque alle minoranze, sempre poco rappresentate: qui non solo sono presenti, ma pure “trattate come tali”. Annalisa Arione invece, si sobbarcherà l’ingrato ruolo della stagista, sottopagata e sfruttata come cavia umana per la realizzazione di servizi sulla pericolosità delle carni rosse, dell’olio di palma, del das contenente amianto. Altro nuovo ingresso, quello di Daniele Fabbri, protagonista di tutorial che ibridano il linguaggio del fumetto. Michela Giraud invece interromperà con i suoi inopportuni pop up commerciali. Torneranno infine anche Francesco De Carlo ed Edoardo Ferrario, che ci ricorderà la comodità delle immagini di repertorio nei servizi dei telegiornali italiani.
La seconda stagione di CCN, spiega Raimondo, non è una semplice conferma: l’obiettivo finale infatti, è uno sviluppo con ospiti in studio. Lo dimostra la venticinquesima puntata, l’ultima, che avrà una durata di mezz’ora e conterrà una serie di “sorprese”.
Intanto, il format verrà adattato anche dagli spagnoli, e il paese iberico potrebbe non essere l’unico interessato all’acquisto. Una lezione di stile televisivo non indifferente, quella di Raimondo alla Spagna: “loro ci hanno dato Il Segreto, noi gli portiamo CCN“.