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Renato Zero con un gioco di parole descrive il suo cognome ancora prima della sigla. I suoi detrattori gli dicevano “sei uno zero” e lui proprio di questo motto ha fatto la sua forza.
L’intervista inzia parlando dei suoi supereroi: i genitori. Il padre alle 5 si faceva trovare sveglio con una fetta biscottata, aspettandolo al ritorno in casa. Il cantautore li ringrazia, perchè l’hanno capito, supportato e difeso. La musica ha il potere di avvicinare le persone, le razze, le diverse culture: bello questo messaggio in un momento di crisi.
Gli elogi poi passano anche a se stesso, in quanto Zero sottolinea come è stato anche lui ad educare i genitori. Il viaggio musicale è stato importante per il padre, che da giovane voleva fare il tenore.
Tutti i ragazzi del Piper venivano accolti da gavettoni delle vecchiette residenti nella zona. Proprio in questo locale, famosissimo negli anni 60 a Roma, il cantante incontra Jimi Hendrix.
Poco convincente questo format tra intervista, immagini di repertorio (che molto spesso non vengono nè spiegate nè valorizzate) e i pezzi di raccordo/spiegazione dei conduttori in auto. Un momento chiave della carriera del protagonista odierno è il doppiaggio in Jack Skeletron.
Nei suoi dischi adolesenziali, non mancano di certo capolavori di fantastici autori italiani. Spazio anche ad una critica ai produttori di talent, in quanto i concorrenti a suo avviso dovrebbero fare più gavetta. Giustamente viene sottolineato, come difficilmente ci sono delle parentele musicali con il romano, soprattutto ad inizio carriera
Una caratteristica vincente del musicista è la curiosità. La canzone con cui ha capito che era nato Renato Zero è stata L’Equilibrista; il testo fu scritto quando aveva solo 15 anni, anche se pubblicato molto più tardi.
L’Italia viene considerato come un paese con meraviglie ovunque. Arriva il momento di Danilo Rea, che come ogni settimana, ci presenta una versione jazz di una canzone dell’ospite: oggi è il turno de I milgiori anni della nostra vita.
Un’altra persona molta importante per lui fu un sacerdote che gli ha donato delle piastrini, all’interno del Bambin Gesù. Il romano, per sua stessa ammissione, è sempre stato molto religioso e nel suo ultimo album c’è anche un brano intitolato Gesù. “Bisogna avere una passione per il prossimo, non basta essere cristiani“.
Il suo supereroe di adesso? “Ce ne sono tanti, ma se ti facessi i nomi non li conosceresti“. Per lui infatti sono la gente comune che brilla di luce propria. Dopo la pubblicità piccolissima dichiarazione sul nuovo cd Alt e si torna di nuovo all’omaggio jazz di Danilo Rea.
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Questo viaggio, giunge alla fine senza aver lasciato nulla ai telespettatori. Superori torna giovedì prossimo, alle 23.45 sempre su Rai1.
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