E “Made in sud” Fatima lo è proprio nel dna: solare, spontanea, pazza della sua Napoli e delle sue origini, da cui non si è mai sentita di allontanarsi: “Perché un affetto così vero, profondo, mai nessuno me lo potrà mai dare. E io me lo voglio godere tutto”.
Fatima, Tale e Quale è per lei una novità assoluta, in quanto non è se stessa ma deve diventare un altro artista: come sta andando?
Ce la sto mettendo tutta! E sto affrontando questa sfida divertendomi come una pazza, anche se per me quello che sto facendo è tutto nuovo: mettimi su un palco, con un microfono, a condurre una serata anche senza conoscere la scaletta e me la caverò, ma mettimi a fare un altro… aiuto!!!!.
Quali sono le difficoltà maggiori che sta riscontrando?
Non sono una cantante, non ho tecniche vocali, non sono una imitatrice… diciamola tutta, non sono di questo mestiere!
Qual è la più grande conquista in questa sfida?
Che sto imparando ad andare oltre me stessa facendo qualcosa che non mi appartiene. Ma la voglia di riuscire bene è enorme e poi… Fatima accetta sempre una sfida!
Salire dunque sul palco con la propria faccia è più semplice che salirci nascosti dietro una maschera?
Assolutamente si! Essere sempre se stessi è la cosa migliore.
A Made in Sud è una conduttrice – e comica – pura e solo di tanto in tanto si traveste da qualche personaggio. Pensa che ci prenderà gusto dopo questa esperienza su Rai 1 e porterà un po’ di Tale e Quale a Made in Sud?
A Made in Sud – che ripartirà a febbraio, ndr – già azzardo qualche travestimento e mi cimento in balletti, canti. Poi certo, se ci prenderò gusto magari qualche performance più complessa posso pensare di proporla anche lì. Staremo a vedere. Che poi magari non me la accettano nemmeno…
La comicità è una tua dote innata. Sei così anche nella vita privata?
Assolutamente sì. La mia parte comica, quella che tende a sdrammatizzare, è sempre predominante e anche in famiglia… sono una vera “pagliaccia”.
A proposito di famiglia, che rapporto hai con la tua d’origine?
Praticamente simbiotico. Non c’è giorno che io non passi a casa da mamma e papà, che sono la cosa più importante della mia vita. La famiglia è l’unico punto di riferimento sicuro. La famiglia è quella che ti tiene con i piedi per terra, non ti fa avere grilli per la testa, ti tiene ancorata alla realtà. E con il lavoro che mi sono scelta, non sai quanto questo sia importante.
A Napoli, la sua anima, sono ambientate, ad esempio, Un posto al sole e Gomorra. Non ha mai sentito il desiderio di entrare a far parte di quei cast?
In Un posto al sole ho recitato nel 2006, in estate; per quanto riguarda Gomorra, invece, non c’è mai stata l’occasione di fare dei provini, anche perché i ritmi di quel set, in cui si registra di giorni e di notte, è incompatibile con gli altri miei impegni professionali. Per questo mi sono accontentata di seguire tutta la serie comodamente seduta sul divano.
Rispetto all’impegno che ha messo nella sua formazione, crede di aver raccolto i giusti frutti?
Il mio percorso artistico mi rende fiera, perché ho fatto tutto nei dovuti tempi. Se avessi detto qualche sì in più, forse sarei più in alto, ma avrei forse anche fatto il passo più lungo della gamba. No no, ho fatto le scelte giuste, ne sono certa, e ora sono al posto giusto.
Sogni nel cassetto?
Fare un musical e radio, un mondo che mi incuriosisce moltissimo.
E un one woman show? Dopo Tale e Quale Show potrebbe sentirsi pronta?
Non ancora; è troppo presto. Ma quando accadrà, non dirò di no. Sarà sempre comico, naturalmente, ma non soltanto.
I talent sono le nuove “scuole” artistiche. Ma non si imparava forse di più con gli studi tradizionali?
I tempi sono cambiati. I sono un po’ a cavallo tra la vecchia scuola – io vengo dal teatro, è quello il mio studio formativo – e la nuova generazione che trova difficoltà a esprimersi e a emergere. Ma teniamo anche presente che dai talent alla fine di cavalli vincenti ne esce uno, due al massimo.
E cosa ne pensi di YouTube, diventato la nuova fucina di personaggi famosi?
YouTube è un modo per provarci a basso costo. Capisco il tentativo dei ragazzi di provarci, per cercare di mettersi in mostra, far vedere quello che sanno fare, per provare a sfondare; ma questo non basta. Poi devi studiare, che è l’unico mezzo per formarsi davvero.