“Sono contenta della reazione che questa canzone ha suscitato: in realtà è lei che mi ha portata a Sanremo”, così la Mannoia ha raccontato la sua scelta di partecipare alla kermesse. “Ho dovuto decidere in tre giorni cosa fare: se portare il pezzo al Festival o no”, ha spiegato: il disco infatti era ormai pronto, i singoli con le relative date di uscita già stabiliti, ogni contratto firmato, tutte le date concordate. E Che sia benedetta non era incluso nella tracklist dei brani: “Abbiamo deciso di portare il brano a una platea più ampia, perché questa è una canzone potente: se io ho avuto questa reazione sentendola, mi sono detta che probabilmente l’avrebbero provata anche gli altri”. A quel punto, deciso di tentare la carta Festival, “ho mandato la canzone a Carlo Conti e lui mi ha detto si”.
Quando si è saputo che la Mannoia avrebbe preso parte a questa edizione, subito i giornalisti l’hanno data per favorita. Ma lei prende le distanze: “Un po’ mi ha infastidito: almeno prima ascoltatela, la canzone”. E ancora: “Ho deciso di giocare e lo faccio fino in fondo: rilascio ogni tipo di ogni intervista, rispondo a domande di ogni genere per qualsiasi testata e televisione. Mi sto divertendo, la sto prendendo con serenità”.
La Mannoia è nota anche per le sue convinzioni politiche, di cui le viene chiesto: “Questo è uno spettacolo di intrattenimento: se durante tutto l’anno si parla di scandali com’è giusto che sia, in questo luogo io sono qui per cantare. Ce ne sono altri in cui parlo di questioni diverse: esistono un luogo e un tempo per tutto”. Prima di lasciare la sala stampa, una riflessione sul tweet del Cardinale Ravasi:”Questa è una canzone necessaria, ecco perché è toccante: credo in questa canzone perché credo che la vita sia perfetta, siamo noi che la sporchiamo con la sete di potere e gli egoismi. Credenti o meno, gli occhi salgono sempre al cielo: la canzone ha una sua spiritualità, perciò capisco che il cardinal Ravasi ne abbia twittato il testo “.