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Il conduttore parte proprio da un castello raggiungibile solo in barca, e di cui ha avuto la chiave in esclusiva. Siamo al livello successivo dei permessi speciali, stasera.
Ma perché i Templari arrivarono in un posto tanto sperduto? Perché cacciati dai francesi. Siamo sul fiume Tago, dove si affaccia il castello di Almourol. Naturalmente parlare di Templari è un’occasione troppo ghiotta per non alternare al racconto delle immagini da fiction. Entrando all’interno, ne vengono mostrate le finestre, da cui i Templari riuscivano a colpire i nemici che assalivano l’edificio.
Giacobbo si sposta ora a Tomar, assegnata ai Templari dal re come riconoscimento per la lotta contro i musulmani. Il primo gran maestro iniziò così la costruzione di una prima chiesa templare intorno al 1100, poi una fortezza: le tracce dei cavalieri che combattevano gli infedeli scompaiono invece intorno al 1300.
All’interno della fortezza, il conduttore entra nella sala in cui avveniva il giuramento, raccontandoci anche il rito di iniziazione dei cavalieri del tempio. Leggenda vuole che baciassero una sindone ripiegata, ma si tratta appunto di una leggenda: Giacobbo sorvola altrove, evitando di informarci su quanto riportassero le testimonianze dell’epoca. secondo il suo racconto inoltre, pare che per i Templari catturati dai musulmani, la pena più insopportabile fosse dover sputare sulla croce.
Occupandosi di un tunnel mai trovato ma della cui esistenza si fantasticava in passato, Giacobbo ricollega i Templari al viaggio di Cristoforo Colombo, sostenendo che le croci sulle vele delle caravelle fossero proprio il loro simbolo. Secondo la squadra di Voyager, Colombo avrebbe scoperto l’America guidato proprio dai Templari. Peccato che Giacobbo, pochi minuti prima, abbia detto che le ultime tracce dei Templari risalagno al 1300 circa, mentre Colombo sbarca in Amercia nel 1492.
Giacobbo prosegue il suo viaggio tra le bellezze del Portogallo: la Torre di Belen alla città di Sintra. Segue un momento televisivo di discese in cunicoli e percorsi, sempre nel solito stile tipico della trasmissione, cioè privo di un senso logico.
Ci spostiamo ora nella capitale. A Lisbona uno studioso ha testato che anche i non vedenti presentano immagini attraverso il sogno. Anzi: confrontando i loro racconti, i sogni dei ciechi erano come quelli dei normovedenti, avevano le stesse immagini.
Archiviata la ricerca dell’università di Lisbona, Giacobbo si occupa di quanto avvenuto l’1 novembre 1755 quando, improvvisamente, le pareti degli edifici iniziano a crollare. Sei minuti di scosse che colpirono Spagna, Portogallo, Africa del Nord fino a far tremare le Antille: non si conosce con esattezza l’intensità, ma la si deduce dai danni arrecati: tra gli 8.5 e gli 8.7 della scala Richter. Un’onda travolse centinaia di persone, mentre il fuoco si diffonde a terra: essendo l’1 novembre infatti, nelle chiese vi erano le candele accese e i credenti in preghiera.
Nella cattolicissima Lisbona, l’evento non venne interpretato come punizione divina. Iniziò subito la ricostruzione, con accorgimenti che hanno reso la città la prima antisismica d’Europa.
Si passa a una nuova storia, quella del “primo uomo volante”. A inizio del 1700, alla presenza di re Giovanni V, un inventore riuscì a far volare la sua “gondola volante”. Padre Gusmao, questo il nome dell’uomo, dovette però fuggire per scappare alla Santa Inquisizione, che considerava blasfema la sua macchina che si avvicinava al cielo. 70 anni dopo, i fratelli Montgolfier crearono il primo pallone aerostatico.
Infine, una “sorpresa”. Cioè un ossario, quello di Evora: teschi e ossa che fungono da mattoni delle pareti. Un messaggio per ricordarci che dobbiamo morire, ci dice Giacobbo, aggiungendo che “può sembrare un po’ macabro” ma il senso è molto profondo.
Ls puntata si conclude così, con un volo pindrico che torna a citare Colombo e i Templari. In conclusione, un Giacobbo fatalmente nostalgico che, dopo averci ricordato che dobbiamo morire, si congeda dal pubblico con un “ci rivedremo se Dio vorrà”.