Ignazio Boschetto, Piero Barone e Gianluca Ginoble saranno nello studio dove, per loro, tutto è iniziato nel 2009, durante la seconda edizione della trasmissione. Gli interpreti di Grande amore però, potrebbero ripetere l’esperienza: l’ipotesi è quella di ospitate multiple.
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Composta da undici appuntamenti, questa ottava edizione di Ti lascio una canzone si aprirà in maniera inusuale, dato che la gara tra i piccoli concorrenti inizierà solo il sabato successivo. Per la serata d’esordio, infatti, sono stati scelti alcuni ragazzi delle passate edizioni che si contenderanno la partecipazione al Junior Eurovision Song Contest 2016, manifestazione per under 16 parallela all’Eurovision Song Contest: nell’ultima edizione Il Volo si è classificato al terzo posto. Nel 2015 era stato Vincenzo Cantiello a vincere.
Dopo il debutto del 12 settembre, si apre la gara tra le canzoni: i baby cantanti si affronteranno di puntata in puntata interpretando brani di vario genere. Al termine di ogni appuntamento verrà decretata la canzone migliore, che accederà così alla finalissima.
Per quanto riguarda la giuria, sarà composta da Chiara Galiazzo, Massimiliano Pani, Fabrizio Frizzi e Lorella Cuccarini. La ballerina e showgirl era stata invitata personalmente dalla Clerici, in diretta durante il poco fortunato Senza Parole.
E proprio per compensare l’insuccesso del people show che si era dovuto scontrare con Amici, Ti lascio una canzone potrebbe rappresentare la tanto sospirata rivincita per Antonella Clerici.
Nel frattempo, in attesa di vedere nuovamente i piccoli all’opera, il programma è stato già bersaglio delle solite polemiche. Il Consiglio Nazionale degli Utenti, CNU, ha chiesto alla Rai di non mandarlo in onda, in quanto veicolo di modelli negativi per la formazione dei bambini. Secondo la nota diffusa, verrebbero mostrati “bambini e bambine adultizzati e spettacolarizzati”.
Dalla Rai naturalmente fanno sapere che il rispetto sarà massimo. Il giudizio negativo ha però un suo fondamento, visto che i concorrenti si esibiscono con brani rivolti a un pubblico adulto. Al contrario, ad esempio, di quanto accade in una trasmissione come Lo Zecchino d’Oro, qui lo spettacolo è per il pubblico dei genitori, e certamente non rivolto ai propri coetanei: ne risultano così movenze e testi per uno show che fagocita l’età infantile ad uso e consumo delle generazioni di nonni e genitori.