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La ricetta della D’Urso è nota, ripetuta sia nei pomeriggi settimanali che in quelli domenicali: un mix di cronaca nera, gossip, eredità da spartire e interviste a personaggi noti. A volte ai loro parenti e a pochi altri.
Con origine terrona da sottolineare appena possibile, all’ex dottoressa Giò va dato atto di riuscire a capitalizzare al massimo gli ospiti di cui può disporre, coprendo quasi per intero la settimana pomeridiana della rete.
Per massimizzare il profitto che può derivare dagli ospiti però, bisogna trovare un pretesto per invitarli più volte: dare voce a qualcuno che polemizzi con loro ad esempio, in modo da chiamarli nuovamente per replicare. Oppure sperare che abbiano pargoli, così da avere a disposizione un’intera famiglia: la soluzione ideale per disporre sia di filmati su una loro costruitissima giornata, che di qualche bimbetto dagli occhi dolci da esibire davanti alle telecamere.
Troppo spesso, purtroppo, sono i bambini morti ad essere al centro dei programmi della D’Urso, nei casi di cronaca nera. Un esempio su tutti: Loris Stival, il cui omicidio ha fornito contenuti per ore di trasmissione. La zia, la nonna, i compaesani, l’uomo che è andato a cercarlo nel canale: da tutti loro si sono abbeverati Barbara D’Urso e i suoi autori, raccogliendo qualsiasi tipo di dichiarazione.
Ogni anno a settembre, la speranza è che il corso dei programmi della D’Urso cambi: se proprio non si può rinunciare al sottobosco vippaiolo, talvolta persino divertente nella pochezza esibita, che almeno venga abbandonata la morbosità sanguinolenta.
Ma la padrona di casa ripete spesso che le spettatrici, mentre guardano i suoi programmi, magari stanno stirando e non capiscono bene quanto sta accadendo: motivo questo, per cui occorre esercitare il preciso dovere di informare.
Nello specifico, con il verbo “informare” si intende: reiterare le storie quanto più a lungo possibile, accogliere a braccia aperte qualunque personaggio abbia la fortuna di portare in dote un conoscente appena ammazzato. E soprattutto, se è una donna ad essere morta, capire se la malcapitata si sia almeno premurata di intrattenere una relazione con un uomo da poter millantare come amante, presunto amante, amico sospetto invitato a casa per un caffè.
Una formula che tratta i più efferati omicidi alla stregua di un accoppiamento nella casa del Grande Fratello. Si strizza l’occhio al voyeurismo del pubblico, in virtù del quale viene dimenticato il richiamo al rispetto verso la vittima.
Ammesso che sia possibile salvare Barbara D’Urso da se stessa, a pochi giorni dalla nuova stagione di Pomeriggio 5, l’auspicio è uno solo. Va bene qualsiasi naufrago, inquilino di Cinecittà, tronista depilato, cantante da balera, uomo in andropausa con fidanzata giovane, donna in menopausa con ragazzetto al seguito: ci vanno bene tutti, chiunque sia il figuro in cerca d’identità televisiva.
Ma per favore, basta con il macabro voyeurismo da cronaca nera.
Qui la prima puntata della scorsa edizione.