Il programma, il cui produttore esecutivo era Ugo Porcelli (collaboratore storico di Renzo Arbore), fu una vera e propria rivoluzione per i tempi, affondando le radici nella memorabile esperienza radiofonica di Alto Gradimento, nata il 7 luglio 1970. In seguito alla riforma della Rai si iniziava a diversificare l’offerta televisiva tenendo conto del target di riferimento. La trasmissione nacque 5 mesi prima dello storico contenitore pomeridiano di Raiuno, Domenica in, e fu la prima trasmissione con le telefonate del pubblico da casa per partecipare ai quiz telefonici.
L’Altra Domenica era un accrocco di personaggi sgangherati, orchestrati da Arbore, che riuscì a creare un clima pazzo, surreale, fantastico. C’era l’improbabile “critico cinematografico” Roberto Benigni, il cugino americano Andy Luotto (che diceva solo ‘bbuono’, ‘nobbuono’), i cartoni animati di Maurizio Nichetti e Guido Manuli, che si firmavano “GASAD” (Gruppi A Sinistra dell’Altra Domenica), le stelle e le strisce delle Sorelle Bandiera (interpreti anche della famosa sigla Fatti più in là), i suoni sconclusionati degli uomini – orchestra Otto e Barnelli tentano di rendere allegro e scanzonato l’appuntamento domenicale con il calcio. Dopo la prima edizione, andata in onda ancora in bianco e nero, la trasmissione si trasforma, domenica dopo domenica, in un giornale dello spettacolo con ironici collegamenti nazionali ed internazionali: Mario Marenco da Roma, Michel Pergolani da Londra, Isabella Rossellini da New York. E poi c’erano anche Giorgio Ariani, Giorgio Bracardi, una giovanissima Milly Carlucci, Silvia Annichiarico, Fabrizio Zampa. Con questo, che diventerà negli anni successivi un programma di culto, Arbore incomincia a ritagliarsi uno spazio televisivo tutto suo e a costruirsi un nuovo ruolo per il video, sul modello radiofonico del disc-jockey, che consiste nel far convivere e trasformare in spettacolo i media più diversi: la diretta, i filmati, i dischi, i fumetti, il telefono, i sottofondi musicali. Il programma ha per la prima volta contribuito a formare un pubblico, attivo e critico, in grado di scegliere con decisione: secondo i dati d’ascolto, al termine della trasmissione Raidue perdeva un milione di telespettatori che non venivano recuperati dagli altri canali.
L’intero cast della trasmissione fu protagonista nel 1980 del film Il pap’occhio, censurato per molti anni a causa della satira diretta contro Papa Giovanni Paolo II, girato per intero nella Reggia di Caserta