Aveva solo 33 anni, Bruce Lee, quando è scomparso. Letteralmente adorato nel paese d’origine, autentica star negli Usa, ebbe due funerali: uno a Hong Kong, dove a salutarlo per l’ultima volta c’era una folla di 25mila persone, e uno a Seattle con la presenza, tra gli altri, di James Coburn e Steve McQueen. L’attore era nato a San Francisco il 27 novembre del 1940 ed era morto ad Hong Konh il 2o luglio 1973.
Il suo successo e la sua notorietà lo avevano reso un personaggio familiare in tutto il mondo. La sua fama era stata costruita con film ufficiali, altri non accreditati e un paio di assemblaggio. Di lui la critica a livello internazionale ha detto: “nessuna star ha avuto una vita postuma ricca come quella di Bruce Lee, film incompleti e film bufale, fatti di qua e di là dall’Oceano”. Concetto condiviso anche dal nostro Tatti Sanguineti che, in chiusura di serata spiega: “Per Bruce Lee c’è stato un vero e proprio trionfo di sosia, più o meno somiglianti, con immagini che virano in negativo, controluce o totali per celare fantocci, maschere e duelli”.
L’omaggio di Iris a Bruce Lee inizia in prime time e si conclude a notte inoltrata. Sono in programma i seguenti film: “Resa dei conti a Little Tokyo” e “Il braccio violento del Thay-Pan”, seguiti da un’analisi del critico Tatti Sanguineti che si soffermerà sull’intera carriera del re del “Jeet Kune DO”,un misto di boxe occidentale, karate e judo.
Il primo film ha come protagonista Brandon Lee, il figlio prediletto di Bruce: padre e figlio sono accomunati dalla morte in giovane età. “Resa dei conti a Little Tokyo” è diventato un cult da videoteca proprio dopo la scomparsa, a soli 28 anni e in circostanze sospette sul set de “Il Corvo”, del giovane attore.
“Il braccio violento del Thay-Pan”, invece, appartiene al controverso materiale attribuito a Bruce Lee post mortem: questa operazione commerciale che sintetizza tre film a tema kung-fu del 1972, infatti, affida la voce narrante all’attore nonostante siano trascorsi cinque anni dalla sua scomparsa.
Sanguineti, infine, assieme a Roger Garcia, direttore della rassegna Hong Kong Film Festival e il più stimato critico cinematografico asiatico, spiega al pubblico appassionato di cinema, l’importanza dell’attore di origini cinesi che è stato anche artista marziale, filosofo, regista, sceneggiatore e produttore statunitense, Infine, mette in risalto l’influenza che ha avuto sulla scena mediatica internazionale.