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L’evento è stato commentato in diretta da Federico Russo e Valentina Correani, che hanno aperto annunciando subito che fa i vincitori di Sanremo si eano appena accaparrati il premio della stampa. Una notizia di buon auspicio questa, dato che lo scorso anno era stato assegnato a Conchita Wurst, poi vincitrice dell’Eurovision. La kermesse non sbarcava a Vienna dal 1967, mentre l’edizione del 2014 si era svolta a Copenaghen.
Ripercorriamo la serata.
Dopo la rituale cartolina del Paese, ecco Conchita Wurst sbucare da una botola. L’artista affianca le tre conduttrici, mentre l’apertura prosegue con cori di bambini, un rapper austriaco e spettacolari giochi di luci. Sono 27 i Paesi finalisti, che sfilano ora in base all’ordine di esibizione. Il palco è largo più di 40 metri.
Terminate le performance, ci saranno 15 minuti per votare: dal proprio Paese però, si può votare solo per gli altri. I tre de Il Volo sono ultimi in ordine di apparizione, segno che si è voluto creare attesa sulla loro esibizione.
Dall’Australia stanno seguendo la gara durante la colazione: pur essendo legato all’Europa infatti, l’Eurovision è seguito in tutto il mondo. E nonostante sia stato ideato proprio da un italiano, l’Italia ha vinto solo due volte: nel ’64 da Gigliola Cinquetti e nel ’90 da Toto Cutugno.
Si parte con la Slovenia: i Maraya con un pezzo prodotto da Gabry Ponte. Si cambia subito atmosfera: dalla Francia, con un brano lento, Lisa Angell. Lei è una dei pochi a cantare in lingua madre.
Per Israele, il 16enne Nadav Guedj: uno dei favoriti alla finale, porta sul palco l’energia di una canzone pop dalle sonorità vagamente arabeggianti. In platea si balla insieme a lui e ai suoi ballerini.
Quarta performance, quella dell’Estonia: un duetto intenso, molto convincente. Per la Gran Bretagna, gli Electro Velvet: inizialmente la scenografia ricorda le atmosfere de Il grande Gatsby, poi le luci si abbassano e si scopre che gli abiti sono fluo. Esibizione originale che riscuote consensi.
Si prosegue con l’Armenia, con cui il ritmo rallenta. Per ricordare il genocidio del suo popolo, per l’Eurovision il Paese schiera ben sei artisti armeni, di cui 5 provenienti da continenti diversi e uno solo residente in Armenia: alto valore simbolico, dunque. L’esibizione si conclude con i fuochi d’artificio sul palco.
La Lituania manda una coppia sul palco e nella vita, la terza finora. I due sono vincitori di Italia’s got talent, ed entrambi tanto carini quanto dimenticabili.
Ci spostiamo ora in Serbia, vincitrice anche lei del Got talent del suo Paese. Voce potente, musica che vira sulla dance, e soprattutto: finalmente un lok eccessivo, come la manifestazione ci ha abituati in passato. Il pubblico è in adorazione.
Duetto intriso di romanticismo per la Norvegia: i vincitori dell’edizione 2013 di The Voice cantano A monster like me guardandosi negli occhi. Il pezzo sembra piacere molto.
Il prossimo Paese è la Svezia. Brano da ballare, ma è soprattutto la scenografia a conquistare, con delle animazioni di grande impatto.
Cipro gareggia con un cantante che somiglia molto a Pietro Barone de Il Volo; altra ballad della serata.
Si torna a ballare con l’Australia: sonorità che ricordano l’hip hop d’oltreoceano e coreografia. Poi il Belgio: il cantante ha soli 19 anni, e viene anche lui da The Voice. Ha curato la coreografia; la canzone entra subito in testa, tanto che la Correani la trova una sicura hit.
L’atmosfera si riscalda con il gruppo dell’Austria: il pianoforte prende letteralmente fuoco.
Per la Grecia, una bionda emule di Celine Dion. Si torna alle sonorità orientaleggianti con il Montenegro.
La cantante della Germania porta la sua energia sul palco ma anche lei, come molti altri concorrenti, sembra già sentita: la Correani la definisce una sorta di “Anastacia crucca”.
Toccante l’artista della Polonia per la storia che porta sul palco: sulla sedia a rotelle a causa di un incidente, è elegantissima, con un lungo abito bianco e gambe accavallate. Un look che non tradisce autocommiserazione, ma solo invidiabile forza d’animo e scenica.
Si continua con Lettonia e Romania, altro Paese che canta nella propria lingua. Il testo parla delle tante mamme che lasciano la loro terra e i bambini per andare a lavorare fuori.
Ennesimo brano classico anche per la Spagna, la cui cantante ha almeno avuto il buongusto di presentarsi in una mise rossa con cappuccio, per poi togliersi l’abito da Cappuccetto Rosso a metà performance.
Più che un pezzo lento, l’Ungheria scende in campo con una lagna, seppur arricchita dal controcanto.
Ci pensa la cantante delle Georgia a portare una dose di sano trash in scena, vestita praticamente da pipistrello. Voce potente, la ragazza movimenta il ritmo della serata.
L’Azarbaijan scimmiotta vergognosamente We are the champions dei Queen, mentre Polina dalla Russia si presenta con un lungo abito bianco simile a quello iconico di Marilyn Monroe. La voce vola alta, e pure lei annoia: quest’anno manca completamente il lato divertente della manifestazione, si prendono tutti tremendamente sul serio.
Dall’Albania Elhaida Dani: ritroviamo tutta la classe canora con cui l’abbiamo conosciuta nella prima edizione del The Voice italiano.
Dulcis in fundo, i nostri conterranei: Il Volo con Grande amore. I ragazzi si presentano in forma come non mai: sicuri e convinti come al solito. In platea c’è il boato, ripetutamente: applausi scroscianti per loro. Probabile brivido di freddo lungo la schiena per i dirigenti Rai: qua si corre seriamente il rischio di dover trovare i soldi per ospitare l’Eurovision in Italia.
Riepilogo dei codici: via al voto. Dall’Italia non si può votare per i tre ragazzi, perciò siamo nelle mani degli altri. 15 in tutto i minuti a disposizione; nel frattempo, orchestra di percussioni e fiati sul palco.
Countdown, ultimi secondi per votare. Pubblicità.
Si rientra con Conchita Wurst, pronta a cedere il suo titolo. Sul palco è il momento di Vincenzo Cantiello, il 14enne italiano che ha vinto l’edizione junior.
Ci siamo: a 5 minuti dalla mezzanotte iniziano i collegamenti con i Paesi per scoprire le loro terne. Malta ci dà 10 punti, la Grecia 12, la Romania 12, la Bielorussia 1. l’Albania 12. Per ora siamo secondi dopo la Svezia, che seguiamo a quota 57 punti. La Moldavia ce ne assegna altri 7, l’Azerbaijan 8, la Lituania altri 8, la Serbia 7, l’Estonia 3, la Danimarca 5, la Svizzera 5, il Belgio 108. La Svezia è saldamente al primo posto. Tocca alla Francia, che ci assegna 6 punti, l’Armenia altri 6, l’Irlanda 6, la Svezia 8. Va male con la Germania, che ci riconosce solo 3 punti; l’Australia ce ne dà 8, la Repubblica Ceca 7, la Spagna 12. Al momento siamo a 162 punti, scesi in terza posizione dopo Russia e Svezia.
Si continua: l’Austria dona all’Italia 10 punti, la Slovenia 8, l’Ungheria 2, la Gran Bretagna 8, la Lituania 1 punto, l’Olanda 7, la Polonia 7, Israele 12, la Russia 12. I vicini di San Marino ci assegnano 10 punti.
Per l’Italia intanto, va in postazione Federico Russo: noi abbiamo dato 8 punti a Israele, 10 alla Russia e 12 alla Svezia.
Ultimi voti: l’Islanda ci dà 6 punti, Cipro 12. Intanto però, la vittoria della Svezia è già certa; a questo punto, siamo in competizione per il secondo posto.
La Norvegia ci dà altri 5 punti, il Portogallo 12, la Georgia 8. I ragazzi de Il Volo si classificano ufficialmente terzi: medaglia di bronzo. L’Australia debutta invece al quinto posto mentre l’Austria, Paese ospitante, chiude con zero punti. Nessun punto anche per la Germania.
Si chiude dunque con l’esibizione di Måns Zelmerlöw: la sua canzone Heroes alla fine ha avuto ben 365 punti. Alla fine è stato premiato il talento: ha vinto il più bello.