Con l’elezione del terzo pasticcere amatoriale, si è conclusa la terza edizione di Bake Off Italia-Dolci in forno. L’ultima puntata, in onda su Real Time venerdì 20 novembre, ha fatto il pieno d’ascolti con il 4% di share. I picchi del 6% si sono avuti proprio nel corso dell’elezione di Gabriele.
Abbiamo intervistato il vincitore a poche ore dalla vittoria.
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Come è nata l’idea di partecipare al cooking show di Real Time?
In realtà è nato tutto l’anno scorso, quando io e la mia compagna guardavamo insieme l’edizione precedente. A me piaceva cucinare, preparare dolci, e lei mi ha detto che secondo lei avrei dovuto partecipare. Così, anche se all’inizio ero titubante, alla fine ho deciso di mettermi alla prova.
Io lavoro come programmatore informatico: questo per me era un hobby, nato da tre-quattro anni. La passione è aumentata pian piano, e sono passato da preparazioni più semplici come muffin e biscotti, a dolci più vicini alla tradizione moderna.
È completamente autodidatta?
Si, non ho mai frequentato corsi. Ho imparato dai libri dei grandi pasticceri, guardando video in rete e cercando di “rubare con gli occhi” .
Da programmatore a vincitore di Bake Off: cos’ha intenzione di fare “da grande”?
Credo che ora la pasticceria avrà un ruolo più importante. Ci sono delle idee in cantiere, però non so ancora che direzione prenderanno nei prossimi mesi.
Roberta, la vincitrice della seconda edizione, lavora con Knam. Ci sono prospettive simili anche per lei?
Roberta è riuscita a rendere la pasticceria qualcosa a cui dedicarsi a tempo pieno. Non so se io farò una scelta simile. Diciamo che sto cercando di dare alla pasticceria una dimensione che, allo stesso tempo, non stravolga completamente la mia vita. Devo valutare quanto spazio dare a questa mia passione, che durante il corso di Bake Off ho scoperto diventare sempre più importante.
Anche perché ha vinto…
Si, certamente. Quando cucini da solo, a casa, sei sempre il più bravo; quando sei lì invece, devi ripartire da zero. Perciò, quando vedi che addirittura vinci, sei obbligato a realizzare di essere bravo.
Quale era il concorrente che temeva in particolare?
Tecnicamente, ce n’erano due: Ida e Pietro, secondo me i più bravi e quelli con cui speravo di arrivare in finale. Soprattutto Pietro.
Qual è stata invece la difficoltà maggiore che si è trovato a superare, passando dalla cucina di casa a una televisiva?
Direi l’emotività: trovarmi in un posto che non conoscevo, in una cucina mai vista con persone sconosciute, le telecamere e, per quanto riguarda le dinamiche strettamente legate alla cucina, il dover cucinare in un tempo preciso. A casa si può provare fino a un certo punto, come facevo io, perché si può simulare il tempo, però non tutto il resto.
Quanto influiscono le telecamere riguardo questa difficoltà emotiva?
Il punto, più che altro, è che si tratta di “cose” che vedi per la prima volta. Le telecamere creano una situazione insolita, però dopo un po’, una volta che inizi a cucinare, quello che sta intorno sparisce per lasciare spazio alla concentrazione.
Quali ricette pensa di inserire nel suo libro?
Sicuramente una parte tecnica perché credo che sia fondamentale conoscere le basi e una parte di ricette di varia difficoltà. Cercherò di inserire tutte le ricette del mio percorso personale, incluse quelle realizzate a Bake Off e il mio cavallo di battaglia.
Cavallo di battaglia che le ha permesso di vincere all’ultimo confronto
Si, si tratta di una torta a cui sono molto affezionato perché legata a un ricordo familiare.
Ce lo racconta?
La “torta Andrea” l’ho preparata per il compleanno di mio fratello, che si chiama appunto Andrea. Avevo deciso di fargli una torta al cioccolato, perciò l’ho chiamato e gli ho chiesto le sue preferenze: ho costruito gli strati di cioccolato bianco, il suo preferito, al latte e fondente secondo le se indicazioni.
Ci anticipa qualche impegno futuro?
Per ora solo un intervento lunedì a Radio Italia, niente di pianificato a livello professionale. Qualcosa bolle in pentola, quindi aspettiamo con fiducia.