La prima puntata è dedicata a Napoli, dalla tristemente nota Scampia ai quartieri spagnoli.
Seguiamo insieme la diretta:
La giornalista annuncia che inizia il viaggio nelle periferie italiane, spesso abbandonate a se stesse.
Oggi si occuperà delle periferie difficili di Napoli dove la disoccupazione è altissima e dove dilaga sempre di più la criminalità organizzata. Le periferie nascono come progetto residenziale negli anni 60′ ma ad oggi sono sempre più degradate.
C’è anche chi decide di sfidare la quotidianità di vivere in quartieri difficili.
Alcune persone sono diventate un esempio per questa città come Enzo Avitabile e Maldestro, Luché. Antonia Truppo, Giovanni Maddaloni ed Emanuele Cerullo.
Il cantautore Maldestro viene intervistato da Ilenia Petracalvina.
Egli descrive nelle canzoni la sua città, con i suoi pregi e i suoi difetti.
Racconta che da bambino è stato difficile vivere a Scampia, affermando che ci sono cose che i bambini non devono assolutamente vedere. Egli ha visto, infatti, gente spacciare e gente uccidere.
Ilenia Petracalvina intervista ora Enzo Avitibile. Si trovano sotto il palazzo dove è nato il musicista.
Era una casa popolare, veniva da una famiglia modestissima, suonava nello scantinato di casa. Avitabile si emoziona un po’ ricordando il passato. Afferma che tutti se ci credono e se si impegnano possono realizzare i propri sogni anche se nascono in quartieri difficili.
E’ la volta di Luché, un giovane rapper.
Nato nella periferia nord di Napoli, il cantante racconta che la musica è la sua grande passione, lo ha salvato da un destino che sarebbe stato sicuramente diverso.
Si passa ora all’intervista di una donna: Antonia Truppo.
L’attrice, nota per il film Lo chiamavano Jeeg Robot, porta la giornalista nel suo luogo di nascita. Il palazzo dove è nata purtroppo è stato abbattuto. Racconta che la periferia è rumorosissima, piena di vita.
La giornalista torna da Maldestro, dicendo che una persona importante della sua vita è sua mamma. Il cantante annuisce emozionandosi. La madre Michela, essendo non vedente, ha insegnato molte cose sulla vita al figlio.
Maldestro ha iniziato a scrivere canzoni perchè viveva in condizioni di disagio. Lo prendevano in giro dicendo che lui, venendo dalla periferia,sarebbe diventato lui stesso un delinquente. Egli ha scelto sempre di rimanere una persona onesta.
Anche se una persona nasce da una famiglia “brutta” può farcela.
Per Avitabile, Napoli rappresenta sempre il ritorno alle radici, dove ritrova se stesso e trova ispirazione.
Luché racconta che lui, come tanti ragazzi della sua età, era affascinato dagli uomini che vedeva sfrecciare con macchinoni lussuosi, che indossavano vestiti ed accessori costosi. Però vedeva anche il lato negativo dell’apparente”bella vita”.
Con Antonia Truppo , la giornalista, fa una passeggiata tra le case popolari dove ha vissuto per un periodo l’attrice, Al suo arrivo c’era ancora un cantiere.
Le periferie sono composte da codici . Un esempio è la lingua, si parla solo dialetto.
Quando la Truppo ha scoperto la passione per la recitazione si è salvata da una vita difficile. Il lavoro la rende economicamente indipendente e le dà molte soddisfazioni. Il disagio economico nelle periferie , infatti, pesa molto. Senza il lavoro,non ci si può emancipare.
L’attrice è andata via dalla sua città a 20 anni. Ha sentito molto in passato la distinzione dei ruoli tra femmine e maschi. La Truppo voleva essere considerata un maschio perchè afferma che le donne si dividono in due categorie a Napoli: le casalinghe e le prostitute. Non voleva far parte di nessuna delle due.
La Petracalvina intervista ora un istruttore di palestra, Giovanni Maddaloni, che ha salvato molti ragazzi dalla strada.
Il problema delle periferie è che non ci sono centri di aggregazione e di formazione. I ragazzi lasciati a se stessi, diventano facili prede per i mafiosi.
Il prossimo intervistato è Emanuele Cerullo.
La giornalista esplora le Vele di Scampia. Lo scrittore ha vissuto lì. E’ definita una baraccopoli che va verso il cielo. Quando ci si vive è la realtà, quando si va via ci si accorge che si era chiusi in gabbia. Sono case fatiscenti e ammalate di amianto.
Tutti i protagonisti raccontano, tra le righe, che sono anni e anni che si parla del degrado delle periferie ma il tempo passa e non cambia mai nulla.
La giornalista incontra ora Salvatore Striano, attore di Gomorra.
L’attore ha un passato negativo alle spalle. Faceva parte del gruppo delle teste matte. Il sasà dal passato criminale ha smesso con la vecchia vita grazie alla recitazione. Da un pistola in mano, ora ha in mano un libro. Recita nei film e nei teatri.
E’ stato uno spacciatore e ha fatto 15 anni di carcere. Tra i 15 e i 30 anni è stato un detenuto. Nella stanza del carcere ha scoperto la passione per la letteratura e per il teatro.
Garrone, il regista del film, si era recato in carcere per assistere a degli spettacoli. Ha chiesto se qualche detenuto avesse finito di scontare la condanna. Striano era uscito da qualche mese. Garrone lo ha scelto per Gomorra.
La giornalista ora vuole occuparsi dell’arte presente in città. Sulle facciate dei palazzi ci sono dei murales realizzati dall’ artista Jorit. Uno ritrae il simbolo del calcio napoletano: Maradona. Ritratto accanto ad uno scugnizzo.
Un altro murales, realizzato nel 2015, è dedicato ad una bambina rom che abitava in un campo nomadi.
Con una carrellata degli ospiti intervenuti, termina la prima puntata di Eroi di strada.
Appuntamento al prossimo giovedì.