Un gruppo di ragazzi, catapultati in una scuola del 1968, dovranno fare i conti con le ferree regole dell’epoca.
Nella scorsa puntata quattro ragazzi si sono tagliati i capelli senza autorizzazione e per tale violazione saranno sottoposti a provvedimenti disciplinari.
La terza settimana, inoltre, inizia con una serie di interrogazioni in cui alcuni studenti si sono fatti trovare impreparati. Per tale motivo inizia a delinearsi un clima di tensione e di incomprensioni tra studenti bravi e non.
Il Preside inoltre lancia una sfida ai suoi alunni ovvero un’apertura progressista che potrebbe cambiare la vita all’ interno del collegio.
Seguiamo insieme la puntata:
Si inizia con il riassunto della puntata precedente. Nonostante siano passate due settimane i ragazzi non riescono ancora ad abituarsi alla vita del collegio degli anni Sessanta.
La puntata prende il via con l’espulsione di Evan, il quale nella scorsa puntata si è tagliato i capelli senza autorizzazione. Il Preside ha previsto l‘espulsione immediata.
Il ragazzo si è tolto la divisa, ha abbracciato i suoi compagni ed ha raggiunto la sua famiglia.
Il Preside ha anche una punizione per Gabriele. Il giovane sarà in isolamento e dovrà scrivere 30 volte la filastrocca intitolata “La tartaruga”.
Dopo aver cenato Gabriele litiga con Matias per la bravata commessa insieme. Gabriele trova ingiusto che solo lui stia stato punito.
Il Preside inizia la settimana con il consueto discorso alla classe: ha chiesto ai professori di interrogare di più perchè più di metà classe ha avuto delle insufficienze.
Il giorno dopo il professor Maggi inizia ad interrogare. Giulia ha preso 4 perchè non sapeva data di nascita e morte di Leopardi e non sapeva a chi fosse dedicata la poesia a Silvia.
Vengono interrogate altre ragazze ma i voti sono altrettanto bassi. La rigidità educativa del professore fa nascere una discussione tra una studentessa e quest’ultimo. Il professore manda fuori dalla classe Cora per la sua maleducazione.
Terminata la lezione con Maggi, entra in classe il professore di geografia che inizia anche lui il giro di interrogazioni. Il professore fa una strage di vita bassi.
L’unica a ribellarsi è Giulia, sostiene non solo che non sia importante la data di nascita e morte di Leopardi in quanto è morto da tanto tempo ma crede fermamente che i professori siano ingiusti nei voti.
Nel frattempo viene presentata attraverso una clip Alice, una delle studentesse.
La classe chiede al Preside di istituire piccole assemblee per discutere delle problematiche degli studenti ma il Preside rifiuta categoricamente.
La professoressa Petolicchio dopo aver tenuto una lezione di zoologia, comincia anche lei un’interrogazione a tappeto.
Dopo il ciclo di interrogazione la classe viene divisa in due gruppi : il primo gruppo, composto dagli studenti bravi, mangerà una torta, il secondo resterà in classe.
La differenza di trattamento provoca un’accesa discussione.. I ragazzi premiati dopo aver assaporato la torta si scusano e si pentono con i compagni esclusi, i quali si infuriano.
Il Preside richiama gli studenti non premiati perchè non hanno fatto le ripetizioni durante il pomeriggio, per tale motivo studieranno insieme la sera stessa.
Viste le proteste, il Preside ha concesso per l’indomani un’ora di assemblea. Due rappresentanti saranno i suoi portavoce.
Da qui, Magalli racconta che le prime ribellioni studentesche sono nate nel 1968.
L‘assemblea è andata discretamente. C’è stata qualche discussione ma alcuni studenti non hanno partecipato attivamente.
I due rappresentati si recano dal Preside per spiegare le loro richieste: vorrebbero sapere gli orari corretti del tempo dedicato alle lezioni e allo studio, le ragazze vorrebbero indossare delle scarpe comode, la classe vorrebbe scegliere liberamente se cucinare o di occuparsi di motori senza distinzioni di genere, vorrebbero avere un giro maggiore di chiamate con le loro famiglie.
Il collegio discuterà le richieste e darà delle risposte agli studenti.
Nicole una volta rientrata in classe viene aggredita verbalmente dai compagni per non aver portato le richieste votate in minoranza. La ragazza a quel punto le integra.
Il Preside reputa banali le richieste degli alunni e le boccia. Lancia però una sfida agli studenti: l’autogestione. Concede inoltre 5 chiamate. I ragazzi dovranno scegliere chi tra loro chiamerà i parenti.
I ragazzi si danno alla pazza gioia: giocano a pallacanestro e alla battaglia dei colori. Anche durante il periodo di libertà concessa, nascono comunque voci di dissenso. C’è chi insiste sul fatto che bisogna pulire la scuola per non subire poi la predica del Preside.
Durante la prima cena autogestita i ragazzi dimostrano grande collaborazione tra loro. Per animare la serata i ragazzi hanno deciso di dare una festa.
Durante la festa qualcosa va storto. I ragazzi sfidano di nuovo le regole. Si recano nell’ufficio sorveglianti dove sono contenuti i loro cellulari, vogliono sbirciarli per 10 minuti.
Le telefonate concesse non sono bastate e gli alunni telefonano di nascosto. Vengono però sorpresi dal sorvegliante.
Nel secondo giorno di autogestione, i ragazzi seguono le lezioni come da calendario, la prima materia è storia. Elia spiega ai compagni il colonialismo mentre Cora ne approfitta per farsi interrogare per recuperare i brutti voti.
Nonostante si sia offerta volontaria ha preso 5.
Il Preside è giunto in classe per controllare le attività degli alunni. Ne interroga alcuni sulla figura di Gandhi.
L’autogestione sembra viaggiare sul binario giusto. I ragazzi eseguono il compito che è stato affidato loro: il tema. Devono scrivere una lettera alla persona che amano. Qualcuna viene letta in classe.
Dopo aver pranzato insieme, c’è chi va a dormire, chi rientra nell’ufficio sorveglianti per mandare messaggini con lo smartphone e c’è chi telefona di nuovo di nascosto.
I ragazzi vengono sorpresi. I sorveglianti si recano nelle stanze degli studenti per rimproverarli.
Dopo lo sgarro, il preside proclama la fine dell’autogestione.
Si torna alla normalità, i ragazzi convinti che debba arrivare in classe la prof. Petolocchio, le scrivono alla lavagna una frase d’amore (il cui mittente è il sorvegliante). C’è però un imprevisto: è di turno il professor Maggi.
Il professore richiama il colpevole, ovvero Matias, e lo manda dal Preside. Per punizione dovrà scrivere 5 volte i primi articoli della Costituzione.
Ora è davvero il momento della lezione della Petolocchio che ha deciso di interrogare. Michael si è permesso di alzare la voce all’insegnante e per questo viene espulso dalla scuola.
Nonostante i ragazzi siano dispiaciuti per l’espulsione, i ragazzi devono riprendere le lezioni. E’ il momento della lezione di inglese. Se la lezione di storia: il tema è il fascismo e la libertà di stampa.
Il Preside riunisce gli studenti per il resoconto della settimana. In bacheca vengono affisse le foto dei ragazzi migliori e dei peggiori dei 7 giorni appena trascorsi.
Termina così la terza puntata de Il Collegio. il prossimo appuntamento è previsto il 5 marzo.