Il Direttore di Rai2, Carlo Freccero, per definirlo ha scelto toni iperbolici, parlando di un grande Truman Show dell’informazione.
Il motivo è presto detto: Realiti racconta gli eventi della settimana attraverso i post che i protagonisti o le persone comuni – partecipanti a loro insaputa – hanno pubblicato sui social network in riferimento all’accaduto. Come se la realtà fosse un grande reality condotto da Enrico Lucci, in cui le azioni sono testimoniate dai post sui social.
Foto, video e testi sottoposti all’attenzione dei “Tre saggi” in studio, ovvero l’attrice e regista Asia Argento, il rapper Luchè e lo scrittore Aurelio Picca.
A cui si aggiunge la valutazione della Giuria popolare, diversa in ogni puntata e formata da persone scelte scandagliando i newsfeed dei social network.
È previsto un vincitore a settimana, con una sorta di finale fissata per la sesta e ultima puntata.
L’obiettivo non è solo la cronaca, ma anche prendere di mira l’ossessione narcisista di raccontare compulsivamente la propria vita su internet. E fare il verso, contemporaneamente, ad una serie di dinamiche televisive, dei social network e della nostra stessa rappresentazione quotidiana.
L’ironia è quella familiare al pubblico di Realiti Sciò e Nemo – un marchio di fabbrica di Enrico Lucci – però il format prevede pure dei servizi veri e propri, in grado di portare i telespettatori più vicini agli argomenti trattati.
In questo primo appuntamento si è parlato di Matteo Salvini, Marco Carta, Luigi Di Maio, Silvio Berlusconi, il Generale Marasco, Fedez e Chiara Ferragni, mentre l’ospite è stato l’attore e comico Vincenzo Salemme.
Inoltre, spazio ad un’intervista di Enrico Lucci a Romano Prodi, un servizio di Antonella Spinelli sul successo dei cantanti neomelodici in Sicilia, uno di Marco Maisano sui ragazzi che chiedono l’elemosina fuori dai supermercati e un viaggio di Mauro Casciari nel mondo degli estremisti vegani.
Di seguito potrete ripercorrere la diretta della prima puntata di Realiti – Siamo tutti protagonisti.
Enrico Lucci apre lo show presentando il meccanismo e introducendo le giurie.
I tre saggi…
I primi votano con pulsanti di tre colori: rosso per esprimere disapprovazione, giallo neutralità, verde giudizio positivo.
La Giuria Popolare si esprime votando con delle palette numerate da uno a dieci. Il pubblico da casa, invece, può votare sul profilo Instagram della trasmissione.
Enrico Lucci elenca i protagonisti (inconsapevoli) della puntata: Matteo Salvini, Generale Marasco, Fedez, Marco Carta, Silvio Berlusconi, Luigi Di Maio, Chiara Ferragni.
Poi, una breve rassegna di notizie strambe, legate ad autori di gesti stupidi, magari fatti solo per ottenere consenso su internet.
Ora, subito il Vice Presidente del Consiglio e Ministro dell’Interno, Matteo Salvini.
Si parla di flat tax, ma il video che lo introduce si concentra in maniera sarcastica sull’attività ipertrofica del Ministro sui social network.
I Tre saggi e la Giuria Popolare cercano di esprimersi in maniera seria sull’argomento.
Ciascuno di loro si affida a commenti generici. Nessuno sembra avere la più pallida idea di cosa si stia realmente parlando.
In ogni caso, Matteo Salvini totalizza 71 punti.
Il passo successivo è l’intervista a Romano Prodi, ex Presidente del Consiglio. Si parla di Cina, Europa, Stati Uniti ed equilibri mondiali, da quelli politici ed economici a quelli militari e socio-culturali.
Intervista realtivamente breve, stavolta condotta seriamente.
Il protagonista successivo è il Generale Marasco, un sessantenne di Manfredonia che si è improvvisato Guardia ambientale e pubblica continuamente video su Facebook carichi di indignazione e invettive qualunquiste.
Il suo modo ridicolo di arringare i followers è la fonte di ironia di questo passaggio. Insieme ad alcuni momenti dei filmati, che sembrano palesemente inscenati ad arte.
Il voto gli regala 45 punti.
Finora, l’unica nota moderatamente positiva è l’ironia di Enrico Lucci. È lui a far risaltare le stranezze negli argomenti di discussione.
Le opinioni dei “giurati” sono un insieme di punti di vista generici e vuoti. Marcano l’esaltazione dell’opinione comune – riproducendo gli scontri tipici dei social – ma finiscono solo per banalizzarla.
Intanto, la classifica dei voti espressi su Instagram premia Marco Carta. Il vincitore di questa particolare graduatoria riceverà un premio di 50 punti.
Mauro Casciari ha girato un servizio sugli animalisti vegani, sulle loro lotte quotidiane contro i maltrattamenti e per sottrarre i capi di bestiame alla macellazione. Contro di loro, i cosiddetti “carnivori”, gruppo in cui vengono inclusi gli antianimalisti quanto i semplici mangiatori di carne.
Mostra anche la Corsa dei buoi di Caresana (Vercelli) e il Palio dei maiali di Cilavegna.
Un video che non approfondisce, ma fotografa in maniera tutto sommato efficace le posizioni degli schieramenti.
In studio ci sono Barbara Salvatori – attivista vegana – e Renato Salvatori, chef amante della carne.
Sono il centro di un (finto) dibattito che mette di nuovo in scena la fiera della confusione e della banalità. Il tentativo è di nuovo quello di riprodurre i meccanismi che si generano spesso nei commenti sui social network.
Subito dopo, Enrico Lucci va nel “Confessionale” di Realiti, dove lo aspetta l’ospite, Vincenzo Salemme.
In pratica, un angolo del dietro le quinte allestito con due grosse poltrone e i pannelli insonorizzanti sulle pareti – gli stessi resi celebri dal Grande Fratello – dove poter parlare. Sulla sinistra della scena campeggia una lunga asta da selfie con uno smartphone puntato sui due impegnati nell’intervista. È la “Realiti Cam”.
Il dialogo punta a scimmiottare le interviste frivole e pruriginose che animano molte trasmissioni. Sembrano pensate per approfondire la conoscenza del personaggio, in realtà non sono altro che ricerca morbosa del pettegolezzo.
Anche al costo di utilizzare notizie false o approssimative per alimentare il chiacchiericcio.
Il terzo concorrente preso in considerazione è Fedez.
Recentemente è stato al centro delle cronache anche perché un gruppo di riders lo ha tirato in ballo pubblicando una lista di nomi di personaggi facoltosi che non danno le mance quando loro effettuano consegne a domicilio.
In realtà, la mossa dei fattorini era uno strumento di lotta per rivendicare migliori condizioni lavorative – attualmente hanno poche tutele e retribuzioni minime – anche se il focus della discussione pubblica è stato sulla contrapposizione mancia sì/mancia no.
Le aziende per cui lavorano i riders guadagnano tanto dai dati degli utenti e l’obiettivo era il sabotaggio dimostrativo di tale meccanismo.
I Tre Saggi e la Giuria Popolare replicano tale discussione.
A Fedez vanno 34 punti.
Marco Maisano ha approfondito la storia dei ragazzi che chiedono le elemosina fuori dai supermercati. Sono aumentati a dismisura negli ultimi due anni e dietro potrebbe esserci qualcosa di poco chiaro.
Perché quasi tutti sono nigeriani, sono organizzati in turni e con postazioni fisse.
lo scrittore d’inchiesta Leonardo Palmisano spiega come dietro ci sia la mafia nigeriana, la cosiddetta “Ascia nera”.
Lavora sulle grandi quantità, cioè sommando tanti piccoli guadagni. Tra l’altro poco rischiosi, proprio come le elemosina, a rischio zero rispetto ai traffici di droga.
Migliaia di migranti nigeriani ogni anno partono per l’Europa. Il viaggio costa cifre sproporzionate e sono costretti ad indebitare le famiglie. Una volta arrivati in Italia, ripagano il debito tramite le elemosina.
Secondo Palmisano, le istituzioni sono a conoscenza del problema, solo che non lo ammettono pubblicamente perché significherebbe rivelare l’impotenza di fronte al fenomeno.
Il quarto concorrente di oggi è Marco Carta, reduce da una vicenda finita su tutti i giornali.
Sembra aver rubato sei t-shirt alla Rinascente di Milano per un valore di 1200 euro.
Per lui 26 punti.
Avanti con Silvio Berlusconi. Non si capisce bene perché sia finito tra i concorrenti di Realiti. Il video di presentazione si sofferma su tutte le ultime apparizioni pubbliche, senza un fulcro.
Adesso Antonella Spinelli parla del successo degli artisti neomelodici in Sicilia. Personaggi come Leonardo Zappalà e Niko Pandetta, il primo un personaggio alla “Scarface” creato dal nulla, il secondo ex-malavitoso che rivendica i suoi crimini e i rapporti di parentela con uno zio al 41-bis.
In studio c’è Leonardo Zappalà, 19 anni. Ribadisce che il suo è un personaggio creato ad arte per spopolare sui social, dove recita la parte del malavitoso ricco e violento.
Su posizioni opposte c’è Francesco Borrelli, Consigliere regionale della Campania. Si scaglia duramente contro la mafia e contro i personaggi che rivendicano liberamente l’appartenenza ad organizzazioni malavitose.
Luchè prova a far riflettere Borrelli, chiedendogli di tener conto del contesto da cui vengono certe persone e di non criminalizzarle in maniera troppo arbitraria e generica.
Enrico Lucci consiglia a Leonardo Zappalà – che rivendica la latitanza dalla scuola – di comprare un libro di storia della Sicilia, per scoprire la lista infinita dei caduti per colpa della mafia. Da Piersanti Mattarella a Pio La Torre, fino a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ai quali viene tributato un lungo applauso.
Il sesto concorrente della serata è Luigi Di Maio, Vice Presidente del Consiglio e tra i leader del Movimento Cinque Stelle. Nel suo caso, il posto a Realiti nasce da una serie di inciampi ed errori politici recenti, oltre che dal rapporto con Matteo Salvini e da quello con la neo-compagna.
Chiude il gruppo Chiara Ferragni.
Il Generale Marasco è primo nella classifica social e si aggiudica il tesoretto di 50 punti.
Nella classifica generale, però, primeggia Chiara Ferragni, mentre Marco Carta è ultimo e viene simbolicamente eliminato.
La prima puntata di Realiti finisce qui.
Abbiamo assistito ad uno show alquanto debole.
L’idea di raccontare il presente come un grande, enorme reality di cui i veri protagonisti sono concorrenti e le cui azioni sono tutte testimoniate attraverso i social network è senza dubbio affascinante.
Il problema è che non si è tradotta – almeno in questa prima puntata – in qualcosa davvero in grado di calamitare l’attenzione, generare coinvolgimento e dimostrarsi narrativamente efficace.
L’ironia, d’accordo, ha dato segnali incoraggianti, godibile in alcune occasioni nel mettere in risalto tic e comportamenti al limite del bizzarro.
Le stesse giurie, così come le classifiche e lo stile di conduzione di Lucci hanno fotografato (in certi casi sbeffeggiato) dinamiche televisive e quotidiane in cui siamo immersi, ma sembravano non far parte di una narrazione organicamente finalizzata a qualcosa.
Complice anche la scelta di alcuni “concorrenti” e dei contenuti presi dai social, è sembrato più un esercizio di stile che il tentativo di raccontare effettivamente la realtà attraverso un meccanisco innovativo.
Va ribadito, sulla carta l’idea potrebbe essere affascinante, ma il paradosso è che Realiti pare aver avuto più senso nei momenti in cui si è allontanato dallo spirito grottesco – quello che lo contraddistingue – per somigliare ad un talk classico.
Le uniche cose (poche) o punti di vista che conosciamo in più sul mondo che ci circonda, dopo la puntata, le dobbiamo ai servizi realizzati dagli inviati e ai momenti in cui il dibattito non ha voluto forzatamente scimmiottare altri generi. Cioè nei momenti in cui Realiti ha dato meno spazio alle sue peculiarità. Segno che qualcosa non è andato.