Si comincia prendendo spunto da un titolo del Corriere della Sera: Ratzinger difende Bergoglio. Ecco quindi Crozza vestire la tonaca di due Papi: Benedetto XVI e Francesco.
Il primo rimprovera all’altro di essere ignorante in materia ecclesiastica, poco credibile in quanto a dottrina cattolica; l’altro invece, non disdegna i preti in infradito.
Poi il discorso si fa politico, e arriva Renzi in tonaca rosso porpora: siccome non sarà più premier, vuole tentare la scalata al Vaticano.
Via dunque al monologo di Crozza: Ratzinger come D’Alema, rilascia una “excusatio non petita” che è più una “sputtanazio” nel giorno esatto in cui ricorrono i cinque anni di pontificato. Proprio come D’ Alema, non ha capito che il suo periodo è finito: cos’è, è mica geloso?.
Si passa a Di Maio, il quale ha “sputtanato” Salvini su Facebook scrivendo di averne ricevuto la telefonata. Insomma: i due leader politici più contrari all’Euro, anche se Di Maio ha cambiato idea più volte in merito.
Capitolo Berlusconi: basta che non gli crolli l’azienda, è talmente in paranoia che ha comprato un centro sociale ai nipoti per creare un ponte con Potere al Popolo.
Dopo il break pubblicitario, entra quindi il Crozza-Berlusconi che ha vinto le elezioni: “Aspetto Napolitano che mi dà il campanellino”. Ma manca la maggioranza: come prendere voti? “Chiamo Renzi, una soluzione la troviamo”.
Smessa la maschera, Crozza ricorda che è appena uscito il trailer di Loro: si tratta dell’ultimo film di Sorrentino, il cui protagonista è proprio Berlusconi.
Naturalmente, la scena è tutta di Crozza-Sorrentino: il regista ha capito che per i film serve una trama. Insieme a una dose di nostalgia e noia, i film glieli suggerisce il frigo: interi week end davanti al frigo, in attesa che arrivi l’idea.
Secondo monologo: la setta macrobiotica in cui le donne non potevano truccarsi né lavorare durante il ciclo.
Argomento ideale per l’ingresso dello chef vegano Germidi Soia. Circondato dai suoi allievi, si batte per i diritti delle melanzane: i suoi ragazzi sono inorriditi alla vista di un panino con la maionese. Germidi Soia invece, anziché distruggerlo come farebbero gli aspiranti chef, il panino se lo mangia.
Prossimo della gallery, il logorroico Crozza-Servergnini: “I soldi non danno la felicità, money doesn’t make happiness”.
Si prosegue con Mauro Corona: “Una volta ho bevuto acqua, ma non rinnego niente”. E mentre beve vino rosso, “non chiedere all’albero se vuole che ci si poggi la poiana o un corvaccio” riguardo una preferenza su un governo Salvini o Di Maio.
La puntata si conclude qui, ritroveremo il programma venerdì prossimo. Cioè il primo giorno di scuola della nuova legislatura: Crozza chiude con un “tanti auguri a noi”.