A chi le chiedeva se il poliziotto non fosse troppo trasgressivo per la prima rete, la De Santis aveva risposto: aspettiamo di vedere prima la sceneggiatura, sarà differente. Queste parole potevano essere indicative di una nuova maniera di comportarsi del protagonista.
Adesso, però, è intervenuta anche la politica, o meglio la parte politica rappresentata da Lega e Fratelli d’Italia.Schiavone, per le sue abitudini e per i metodi non convenzionali, spesso usati nelle sue indagini, non rappresenta un modello positivo, soprattutto per il pubblico giovane. E non è adatto alla platea nazional – popolare della rete leader di viale Mazzini.
E così il poliziotto, al quale ha dato il volto per due stagioni l’attore Marco Giallini, si ritrova protagonista di un vero e proprio conflitto. Al centro c’è la responsabile di Rai 1 che, secondo indiscrezioni nella stessa azienda, è sotto pressione. Le viene chiesto, pare anche insistentemente, di non spostare Schiavone dalla collocazione originaria.
C’è però da sottolineare che, anche quando Schiavone era di stanza sulla seconda rete, aveva ricevuto critiche ed era stato oggetto persino di una interrogazione parlamentare. A far sorgere perplessità e critiche fin dall’esordio, era stato Maurizio Gasparri che contestava l’uso di droghe in prima serata.
Ed anche questa volta il senatore di Forza Italia ha espresso le proprie perplessità. Ha parlato ancora di una “Rai della droga, in cui si promuovono i commissari tossici con le fiction che passano da una rete all’altra”.
Accanto a lui, questa volta, c’è Federico Mollicone, deputato di Fratelli d’Italia che si è detto critico sul modello del poliziotto proposto al pubblico.
Rocco Schiavone ha regalato alla seconda rete ascolti gratificanti: nelle due stagioni andate in onda si è attestato sul 13%.