“Per me è stata una notizia sconvolgente. E pensare che ci eravamo visti l’ultima volta al Festival di Sanremo. Lo avevo trovato molto malinconico e giù di corda. Era scoraggiato, mi aveva confessato, per tutto quanto ruota intorno a Sanremo e non riguarda la musica dal punto di vista professionale. Era amareggiato dai pettegolezzi, dalle chiacchiere e da quel gossip sfrenato che contaminava il mondo della canzone, danneggiandone la qualità. Avevamo chiacchierato parecchio, gli avevo espresso la mia solidarietà che, però, non era riuscita a scalfire il suo malumore. Lui era un amante della bella musica e del professionismo. Vi svelo anche un altro particolare: amava molto anche la canzone napoletana, quella tradizionale con la quale si era anche confrontato.
Alcuni anni fa io condussi su Raiuno il programma di musica e interpreti partenopei Napoli prima e dopo. Lui accettò di partecipare con una singolarissima rivisitazione della sceneggiata napoletana, in particolare de O zappatore, portata al successo da Mario Merola. Fu un momento di grande godibilità artistica apprezzato tantissimo dal pubblico. E non è certo facile per un bolognese calarsi vocalmente nella realtà della melodia made in Napoli”.
Ma i ricordi di Enzo Ghinazzi non sono limitati soltanto al mondo della musica. Continua a raccontare: “Spesso abbiamo giocato insieme nella Nazionale Cantanti, fondata dal nostro comune amico Gianni Morandi. Ci prendavamo in giro a vicenda, perchè noi due eravamo i più bassi di tutta la squadra. Ci chiamavamo i piccoletti della Nazionale.
Posso confermare che tutto ciò che faceva era dettato dal suo cuore grande e dalla voglia di affermare la qualità e la meritocrazia in tutti i settori. Essendo amante del bello, era naturalmente un appasionato dell’arte in tutte le sue manifestazioni. Ci mancherà molto”.
Infine: “a lui ho dedicato la puntata del mio programma radiofonico Attenti al Pupo, riproponendo molti dei suoi successi. Ed io stesso ha interpretato a modo mio Piazza Grande, una delle canzoni più belle piena di significati forse ancora da scoprire”.