In questo senso, lo spettacolo “Big Bang” scritto e interpretato da Lucilla Giagnoni, e trasmesso in prima tv su Rai5, affronta alcuni dei quesiti più universali legati all’esistenza umana, come il mistero dell’origine o la ricerca di un senso per la realtà. L’appuntamento è in prima serata, alle 21.15. “Big Bang” è suddiviso in più fasi. Nella prima parte della serata l’attrice affronta il tema della luce, nella seconda quello del buio, e nell’ultima il problema dell’origine. Una delle particolarità del programma è rappresentata dal fatto che l’eterna domanda dell’individuo di fronte all’infinità, al mistero dell’universo, è affrontata da una donna, che è anche madre. Una signora che cerca di spiegare con la sua arte e la sua specifica competenza spettacolare temi prevalentemente affrontati da signori della scienza e della fisica. Le risposte alle infinite domande che la protagonista si pone e pone agli spettatori, sono quelle della religione, della nostra tradizione biblica. Ma non solo, l’attrice propone anche le risposte che possono venire dalla poesia e dal teatro, seguendo la visionarietà metafisica di Dante e la concretezza delle passioni umane in Shakespeare.
In questo singolare Big Bang che avrebbe determinato l’inizio di ogni cosa, trovano spazio anche le scienze, attraverso la figura di Albert Einstein, che compendia in sé le ricerche della fisica sull’infinitamente grande e sull’infinitamente piccolo. Due opposti che appaiono molto più simili e vicini di quanto si possa pensare. In questo la scienza aiuta a dare uno sguardo complessivo su una realtà che sono apparentemente sembra suddivisa. Invece tutto è coerentemente collegato in leggi fisiche che sono universali. Un percorso che approda a una nuova consapevolezza: “Io ora so che non raggiungerò mai la mia radice, ma che la mia radice esiste – dice Lucilla Giagnoni – Non conoscerò mai il mistero che sta là in fondo al buio, ma so che una verità c’è”.
Lo spettacolo è stato registrato al CERN di Ginevra, alla Sinagoga di Casale Monferrato e al Teatro Coccia di Novara. Anche le tre singolari location rappresentano il desiderio di innovazione dei contenuti televisivi ai quali Rai5 è sempre molto attenta. Big Bang, insomma vuole rappresentare un momento di riflessione, di approfondimento, in un’estate televisia del tutto priva di idee e di contenuti. Certo, il programma non è nazional-popolare, nè potrebbe esserlo, ma è rivolto a quella fascia di telespettatori che ancora crede nella missione divulgativa del piccolo schermo.