Lo speciale ha registrato 1.627.000 telespettatori, per uno share del 6,78%. In linea con il trend della rete, ma ci si attendeva di più. Gran parte del programma si è svolta a Los Angeles, negli Speakeasy Studios, dove Vasco è stato raggiunto da Giorgio Verdelli per quella che lui stesso ha preferito definire conversazione piuttosto che intervista. Tra le prime a raccontare la propria visione dell’artista, Claudia Gerini ha sottolineato la dimensione dell’eroe vincente ma allo stesso tempo perdente che Vasco incarna alla perfezione, con la sua costante inquietudine di crescere. Quasi un simbolo della lotta tra bene e male come ha dichiarato il regista Giovanni Veronesi.
In realtà Vasco Rossi si è definito semplicemente uno che scrive canzoni. Cantautore certo, ma non nell’accezione classica: un cantastorie che voleva fare spettacolo sul palcoscenico. È stato Caparezza a centrare uno dei punti più importanti, evidenziando come il rocker di Zocca abbia portato alla ribalta in un contesto come Sanremo una realtà nuova che non parlava di rose e amore, anticipando così quello che avrebbe fatto diversi anni dopo la scena hip hop. Vasco è il simbolo della “vita spericolata”, a volte fraintesa dai media e intesa da lui come vita vissuta intensamente «ma non per morire, bensì per vivere».
Gianna Nannini riconosce al collega, ma anche a se stessa, il merito di aver aperto la strada al rock in Italia perché lui rappresenta la strada e il popolo. Le fa eco Biagio Antonacci, secondo cui il Blasco è anche l’ultimo rocker italiano, non tanto per la musica e per le canzoni, ma per il fatto di aver coniugato in maniera autentica vita e arte. Si spiega allora il suo successo presso un pubblico trasversale, dato dal fatto che le sue canzoni parlano di temi presenti nella vita di tutti, dolori compresi.
L’immagine da duro che di Vasco spesso viene veicolata lascia il posto ad una grande umanità e tenerezza quando confessa che, nel momento in cui ha sentito il bisogno di raccontare in musica le proprie insicurezze, si è reso conto che appartenevano anche agli altri. La condivisione aiuta così a sentirsi meglio ed è questo uno dei segreti che rendono speciali i suoi concerti. Del resto è impossibile parlare di Vasco Rossi senza menzionare la sua attività live che quasi ogni anno raduna grandi folle negli stadi.
Dori Ghezzi ha ammesso che uno dei motivi per cui assiste ai suoi spettacoli è proprio per incontrare il popolo di Vasco, e nel corso delle due ore di trasmissione sono state molte le immagini tratte dalle tournée intraprese negli anni dall’artista.
Spazio anche alle chicche con l’esibizione di Faccio il militare nel programma L’altra domenica di Renzo Arbore del 1979. Il conduttore si è detto orgoglioso di aver in qualche modo tenuto a battesimo il cantante che in quell’occasione aveva portato sul palco un brano surreale, quasi da cabaret. Continuando l’excursus sulla lunga carriera di Vasco è stato ricordato il balletto L’altra metà del cielo, da lui musicato e coreografato da Martha Clarke in scena nel 2012 alla Scala di Milano. Infine il rapporto dell’artista con il mondo femminile, più volte esplorato da lui nelle sue canzoni: «Sono cresciuto in mezzo alle donne e ho sviluppato una sensibilità che mi porta ogni tanto a scrivere brani sul loro mondo» ha dichiarato. Patty Pravo e Noemi hanno parlato della loro esperienza musicale con il re del rock italiano che ha donato loro due brani fondamentali per le rispettive carriere.
Nel suo futuro cosa c’è ancora? Ci sono concerti (quest’estate sarà protagonista di diversi appuntamenti negli stadi di Milano e Roma), ma soprattutto c’è la voglia di restare ancora qui (..Eh già!, come dice nell’omonima canzone) a cantare la vita tormentata di tutti coloro che non smettono di porsi delle domande, a volte anche scomode. Portatore di una filosofia vincente, come ha dichiarato Biagio Antonacci, Vasco Rossi continuerà anche a provocare, perché «la provocazione tiene sveglie le coscienze».