Tortorella, infatti afferma: “stanno tentando di far diventare lo Zecchino d’oro come Ti lascio una canzone, format contrario agli ideali e ai principi della nostra manifestazione. Ancora oggi io ricevo tante segnalazioni e lamentele da parte di genitori che condividono le mie stesse perplessità e vorrebbero far sentire la propria voce per impedire che si sfruttino in questo modo i bambini. Naturalmente io sono dalla loro parte e condivido la loro rabbia, ma l’aspetto assurdo di questa strumentalizzazione dei bambini ad uso e consumo di una tv per adulti, è che nessuno reagisce.
Sono già tre anni che lotto affinchè lo Zecchino d’oro torni alla sua formula tradizionale e non sia una fotocopia di Ti lascio una canzone e di altri programmi nei quali i bambini cantano canzoni non adatte alla loro età. Ma la mia è una guerra contro i mulini a vento. Eppure lo Zecchino d’oro è stato dichiarato dall’Unesco patrimonio mondiale per la cultura di pace di cui è sempre stato portavoce. Infatti la manifestaione ha raccolto fondi per beneficenza utilizzati davvero in tutto il mondo per la realizzazione di opere umanitarie e sociali destinate soprattutto ai bambini”.
Poi Cino Tortorella continua: “trent’anni fa, quando ancora non esistevano nè l’Auditel nè trasmissioni come Ti lascio una canzone, il giornalista,Furio Colombo, scrisse che i bambini dello Zecchino d’oro erano trattati come merce e che il programma doveva essere visionato da uno psicologo e immediatamente bloccato. Ebbene, io a mie spese, mi rivolsi ad un noto psicologo e chiesi che esprimesse un parere. Naturalmente fu favorevole. Che direbbe, oggi, Furio Colombo, dinanzi al dilagare di questa strumentalizzazione vera di bambini a fini di audience, in programmi per adulti? Persino Aldo Grasso, il critico tv del Corriere della sera, ha scritto “lunga vita allo Zecchino d’oro”.
Infine Cino Tortorella conclude: “la Rai ha cancellato tutti i programmi destinati ai bambini. E non ci sono più neanche le trasmissioni per ragazzi e famiglie. Oggi esistono solo format che sono adattabili a qualsiasi tipologia di bambini e non rispecchiano invece, le realtà locali in cui si vive. Una volta la Rai realizzava programmi per bambini italiani che avevano come punto di forza l’interazione tra gli under quindici. Oggi tutto è sparito”.