Al centro dell’attenzione, la storia di Fabrizio Miccoli: un campione che, dopo aver lottato per diventare un calciatore famoso, ha rischiato di veder infranto il suo sogno. L’ex attaccante del Palermo è stato protagonista di un increscioso fatto: lo scorso giugno, una frase pronunciata nei confronti del magistrato Giovanni Falcone, ha susciato polemiche difficili da sopire. Stasera Miccoli torna a parlare di questa vicenda nell’intervista rilasciata in esclusiva a “Lucignolo 2.0”.
Gli altri servizi in onda nella terza puntata di Lucignolo 2.0 riguardano la storia di una ragazza nata e cresciuta in una setta, che un giorno ha capito di poter scegliere un’altra strada, la vicenda di una gioavne donna caduta nella trappola dell’anoressia che non si riconosceva più, la testimonianza di un uomo che, quando si trovava in prigione, ha scoperto di amare la cucina ed è diventato uno dei più grandi cuochi al mondo. Inoltre ci sono inchieste sui casting con la testimonianza di Anna Falchi che rivela un episodio riguardante uno dei più grandi registi di sempre, Federico Fellini e un servizio su Claudia Galanti che racconta com’è cambiata la sua vita dopo che un video privato è stato messo in rete
Per quanto riguarda l’intervista a Fabrizio Miccoli, ecco alcune anticipazioni di quanto dirà l’ex attaccante del Palermo.
“Mi fa male quando mi urlano mafioso dagli spalti. Giustifico i tifosi dicendo a me stesso che lo fanno perché vogliono innervosirmi. Io ho sempre sognato di fare il calciatore, non il mafioso”. Poi precisa: “Non ho mai sentito la sorella di Falcone. Ho provato a rintracciarla insieme con i miei avvocati e il mio procuratore, ho provato a sentire il figlio, ma mi fu detto che era presto e rispetto i loro tempi. Oggi sono pronto a fare qualsiasi cosa per dimostrarle che quella frase che ho detto non la pensavo. Ma attualmente non ho sentito nessuno”. “Chiedo ancora scusa per quello che ho detto. Non voglio alibi. Ho detto una frase non pensata. Vorrei organizzare partite benefiche per raccogliere fondi, qualunque cosa. Se la sorella di Falcone volesse, io ci sono. Questa situazione è la cosa più brutta che mi sia capitata nella mia carriera”.
Sull’indagine aperta dalla procura su di lui, Miccoli dichiara: “Ricordo il giorno in cui è uscita la notizia relativa alla mia indagine. Mi sono arrivati 400 sms al telefono. Stavo male, non volevo parlare con nessuno. Ho pianto tutti i giorni successivi all’uscita della notizia.” “Cancellare tutto quello che di buono ho fatto per una frase detta alle cinque del mattino non è giusto. Ero in macchina con un amico. Una frase involontaria, detta così, in macchina ed è uscita fuori”. “Ancora oggi non mi spiego come sia possibile che sia successo che questa storia sia venuta fuori. Ma dopo la frase su Falcone prendo tutto ciò che di positivo è venuto in seguito.” “Andare via da Palermo mi ha fatto male. Nella vita tutti sbagliano. Ma sono riuscito a mettere questa situazione da parte, a ripartire. È stato un colpo tremendo. Magari qualcuno mi ha messo davanti a un bivio.” “Sono un ragazzo fortunato. Avevo preso una strada sbagliata. Mia moglie non mi ha mai abbandonato, nella gioia e nel dolore”.
Sulla sua ammirazione per Maradona, Miccoli dichiara: “Ho tatuato Che Guevara perché lo avevo visto su Maradona, ma non sapevo chi fosse Che Guevara. A casa ho conservato il suo orecchino che ho comprato all’asta. Spero che Equitalia non venga a prenderlo, mi manca solo quello. Non parlerò mai male di lui, sia come calciatore che come persona. Lui dice le cose in faccia. Non si tira mai indietro. Siamo simili, siamo veri e sinceri. Il gesto dell’ombrello in Rai, quello è il vero Maradona. Un gesto da ridere. Diego è una persona squisita e disponibile. Mio figlio, non a caso, l’ho chiamato Diego.”
Sui suoi progetti futuri, l’ex attaccante rosanero afferma: “Oggi la mia vita sono 180 ragazzi che crescono nella scuola calcio che porta il mio nome. Li educhiamo e li teniamo lontani dalla strada”. “ Spero di tornare con il Lecce nel calcio che conta. Insigne del Napoli mi somiglia. Da grande non so che cosa farò.”