Unici- Mina, d’altro canto è il titolo completo della puntata. La prima impressione è che potrebbe essere un appuntamento da seconda serata, sullo stile, ad esempio, di Emozioni, programma della stessa rete che celebra i personaggi della musica leggera seguendone il percorso umano e professionale. Unici ha qualche pretesa in più che dovrebbe giustificare la collocazione in prima serata: vuole porsi come un amarcord da intrattenimento, quasi una sorta di salotto televisivo nel quale si chiacchiera con amici e si ricordano eventi di cui si è stati protagonisti insieme. Il telespettatore, entrando in quel salotto, deve avere la sensazione che, a discutere di Mina Mazzini non siano soltanto i personaggi importanti con le loro testimonianze, ma lui stesso. In questo modo riesce a ritrovare una parte della propria esistenza attraverso le canzoni di Mina, i suoi spettacoli, le sue numerosissime apparizioni in trasmissioni televisive. E’ come se tutto questo assumesse la stessa funzione della madeleine proustiana che evoca la memoria involontaria, rimanda indietro nel tempo e rende di nuovo vivibile una parte del proprio passato.
Tutto questo era presente nel programma, ma in parte. C’era il coinvolgimento nella gestione delle immagini, dei filmati, delle testimonianze e c’era una leggerezza maggiore rispetto ad altri programmi di amarcord. Sicuramente apprezzabili alcuni documenti anche inediti di protagonisti dell’epoca durante la quale Mina era al massismo splendore della sua carriera. Ogni testimone ha fatto di Mina un affresco personale, ne ha tracciato un ritratto basato sulla propria esperienza umana e professionale condivisa con la cantante. Da Renzo Arbore a Placido Domingo, da Miguel Bosè a Giorgio Faletti, tutti hanno rivelato al pubblico dettagli inediti. E ci piace immaginare che lei fosse dinanzi al piccolo schermo a commentare l’ennesimo omaggio tributatole da una tv e un universo musicale che non riescono a trovare una sua degna erede.
Il tentativo, da parte di Rai2 di catturare una parte giovane di pubblico era evidente nel coinvolgimento di icone canore degli under trenta come Emma Marrone. Di Mina ci è stata data un’immagine a metà strada tra il mito e la realtà, la leggenda e la routine quotidiana. Una routine che per lei è ancora fatta di impegno musicale. Se il programma fosse stato di minor durata, forse l’impatto sarebbe stato migliore e la permanenza di molti telespettatori dinanzi al piccolo schermo di Rai2, sicuramente maggiore.