Mission, programma nel quale personaggi famosi dovranno offrire assistenza a profughi e rifugiati, ha suscitato polemiche, anche riguardo il suo compenso. Sono rientrate?
“Si sono rientrate, però a questa gente che fa polemica io dico semplicemente di andare in quei luoghi e di provare sulla loro pelle la durezza della vita, il disagio di vivere. Prima vede e poi può criticare. Sono stato in Giordania ed ho visto cose da far accapponare la pelle. Ad esempio ho visto donne prese come ostaggio che sono state denudate. I loro mariti dovevano scudisciarle e dopo sono state trucidate. Ho visto bambine con gambe amputate e non voglio dire altro. Non vedo dov’è la strumentalizzazione di questo programma. E’ strumentale la polemica di chi parla senza aver visto e capito cos’è il progetto.
Qual è il progetto?
Consiste nel desiderio di far vedere una parte del mondo che rimane spesso nell’ombra, di raccontare le storie di tante persone che ogni giorno mettono a repentaglio la propria vita per cercare un futuro migliore. Con me ho voluto anche le mie figlie Cristel e Romina proprio per far capire a loro la sofferenza e contribuire a fare luce sulle persone meno fortunate che non hanno voce”
Parliamo invece dell’altro programma, Find my family che partirà il 20 dicembre. E’ stato trovato un titolo italiano e di cosa si parlerà?
“Saranno 4 puntate e il titolo originale del nuovo format, importato dall’Olanda, è ‘Trova la mia famiglia’ e gli autori stanno cercando un titolo d’impatto per la versione italiana. Questo programma mi piace,è un nuovo modo di fare tv. In passato avevo condotto altri programmi su Rete 4, ma qui è diverso. Lo show vuole riunire familiari ed amici che si sono persi di vista. In ogni puntata quattro storie. Con me ci sarà Cristina Parodi: lei racconterà le storie, mentre io sarò più impegnato a parlare con i protagonisti, sia in studio che durante le riprese esterne”.
Ma non le sembra che sia un moderno Carramba?
“Con tutto il rispetto per le carrambate e per chi le ha condotte questa è tutt’altra cosa, altrimenti non avrei accettato. E’ un progetto molto serio che non ha nulla a che vedere con il classico ricongiungimento di parenti lontani. E poi tengo a precisare che questa non è tv del dolore, semmai della speranza. Io do solo un aiuto, visto che la vera sofferenza io l’ho conosciuta molto da vicino. Ho avuto una vita sbranata dai graffi del destino, credo di essere giusto per condurre questo programma”.
Nel 2013: ha festeggiato 70 anni di cui 47 di carriera. Perché ha deciso di fare questo tour teatrale?
“Per la verità, un altro tour l’ho fatto proprio ad inizio di carriera. Questa volta è stata una scelta precisa cantare nei teatri e mi ha dato modo di raccontarmi in modo ‘diverso’ al pubblico, anche grazie a coreografie particolari che si richiamano alla mia vita e alla mia terra. Infatti il titolo del mio tour è E’ la mia vita: una storia da cantare”.
Come si articolerà questo concerto?
“Con la regia del pugliese Gennaro Nunziante, regista anche dei film di Checco Zalone, canterò le mie canzoni di successo, ma ricorderò anche aneddoti che ripercorrono i miei anni di carriera, con il supporto di contributi video, che s’intrecciano con la storia musicale e non solo di un’Italia profondamente cambiata dagli anni Sessanta ad oggi”.
Ci può anticipare qualcosa di questo concerto romano?
“Farò un omaggio dovuto a Domenico Modugno, scomparso nell’agosto del 1994, passerò dalla lirica con l’esecuzione di alcune delle più belle arie d’opera, fino ad escursioni nel folk e nel blues, un excursus musicale che racconta una vita di canzoni”.
Il momento più emozionante della sua carriera?
“In Albania ho cantato Libertà in un momento davvero difficile per quel popolo. E’ stata una grande emozione”.
Per lei cosa rappresenta la musica?
“L’aria, la vita, la passione infinita”.
Si definisca in tre aggettivi: che tipo è Albano?
“Semplice, sincero e disponibile”.
Guardandosi intorno, in questa società si ritiene ottimista o pessimista?
“Io sono sempre ottimista, anche in questo periodo difficile”
Come vede il suo futuro?
“Lo vedo attraverso i miei impegni di lavoro: la musica innanzitutto, ma anche la produzione del vino nelle mie cantine e l’ospitalità delle mie Tenute, ovviamente il tutto condiviso con la mia famiglia”.