Settevoci andò in onda la domenica pomeriggio sul Programma Nazionale Rai dal 6 febbraio 1966 al giugno 1970, condotto da Pippo Baudo. Sicuramente è stato il precursore dei vari talent show di oggi, come X Factor, The Voice.
Gli autori del programma furono Sergio Paolini e Stelio Silvestri (due autori che collaborarono molto con Baudo all’inizio della sua carriera), la regia era affidata a Maria Maddalena Yon, l’orchestra era diretta da Luciano Fineschi, mentre le vallette che affiancarono Baudo furono Daniela Ghibli, che avrà anche una carriera come cantante ed attrice, e Renata Lunari. Nell’ultima edizione la valletta fu Zaira Cavalleri.
Settevoci fu il primo vero programma con cui iniziò la fortunata carriera di Pippo Baudo. Era un quiz a carattere musicale dove in ogni puntata intervenivano, come ospiti, sette cantanti: due di essi erano dei principianti, iniziavano lì la loro carriera musicale e venivano giudicati da un apparecchio cilindrico chiamato “applausometro”, che registrava i battiti delle mani, quantificandoli da 1 a 100, quattro erano affermati ed uno era già famoso e, quindi, non era in gara. Ai quattro cantanti affermati, venivano abbinati quattro giovani che partecipavano al quiz rispondendo a domande sulla musica. Il pubblico decideva il vincitore.
Il programma ebbe un grossissimo successo perché vi parteciparono cantanti emergenti come Giuni Russo, Massimo Ranieri, Mario Tessuto, Orietta Berti, Al Bano, Marisa Sannia, Bruno Filippini, Giovanna, che poi diventarono, chi più chi meno, dei veri big e beniamini del pubblico.
Dicevamo che Baudo doveva ringraziare Rin Tin Tin, il telefilm di allora, precursore di Rex. Vi sveliamo il perché.
La prima puntata di Settevoci, registrata a Milano (in seguito le riprese si trasferirono a Roma), fu giudicata “intrasmissibile” dai vertici Rai. Pippo Baudo era scoraggiato, la sua carriera, o meglio la sua non carriera, poteva finire lì. Infatti l’allora trentenne Pippo, dopo un provino sul cui esito era scritto “discreto nel canto, suona discretamente il pianoforte” vide vacillare le sue belle speranze di fare tv. Ma… in quella famosa domenica 6 febbraio 1966, la bobina con la prevista puntata del telefilm americano con protagonista il cane Rin Tin Tin non pervenne. Che fare? I dirigenti Rai pensarono di tamponare il tutto con la puntata pilota di Settevoci. A volte il destino fa grandi scherzi, non a tutti però. Beh, fu un successo clamoroso, impensabile, che valse la riproposizione del programma per le domeniche successive e l’inizio improvviso di una strepitosa carriera per Baudo, che, come dicevamo, sembrava destinata a finire per sempre o non iniziare affatto. Purtroppo nessuna delle puntate di Settevoci, registrate su nastro magnetico, fu archiviata e i nastri furono cancellati. Non esistono più video di allora e negli archivi Rai restano solo alcune sigle, girate in pellicola e senza la sovraimpressione dei titoli di testa.
Nelle varie edizioni furono lanciate svariate sigle che ebbero tutte grande successo popolare: nella prima edizione 1966/’67, ricordiamo La quadriglia, cantata da Luciano Fineschi; nell’edizione 1967/’68, la sigla iniziale, Una domenica così, cantata da Gianni Morandi e quella finale, Stasera sì, cantata da Armando Savini; nell’edizione 1968/’69 le famose sigle, musicate addirittura da Pippo Baudo, Donna Rosa, cantata da Nino Ferrer e W le donne, cantata da Marcel Amont, con tratti parlati affidati a Nino Manfredi; nell’edizione 1969/’70 la sigla Sette giorni, cantata da Emy Cesaroni.