Il calciatore belga del Napoli parla del suo arrivo nel capoluogo campano: “Ho scelto Napoli e ho scelto bene. L’Italia è molto diversa dall’Olanda, calcisticamente, ma sono contento. Poi mi piace il cibo, la mozzarella di bufala e la pizza, e mi piacciono i posti come Capri. Gioco in un grande club, che mi ha fatto giocare in Champions League: la scelta è stata importante. Abbiamo tanti nuovi giocatori, ma stiamo facendo bene: se riusciremo a vincere qualcosa lo vedremo in futuro, noi dobbiamo pensare a migliorare sempre”.
E sui compagni di squadra: “In squadra mi trovo bene con tutti: all’inizio parlavo di più con Inler perché sa bene l’inglese e ora sono in stanza con Reveillere con cui parlo francese. Ho scelto il numero 14 perché è il mio numero: non c’è un motivo preciso, ma per me è speciale. Cosa scelgo tra un gol e un assist? Non scelgo, mi piace e provo a fare sempre entrambi. Benitez è un grande allenatore, conosce tutto, ha grande esperienza e per me e per la squadra è un allenatore importante”.
Infine, a proposito del Belgio e della qualificazione ai Mondiali in Brasile, l’attaccante napoletano dichiara: “Per il Belgio partecipare ai Mondiali è fantastico: abbiamo una squadra buona e potremo toglierci delle soddisfazioni. Per il nostro paese sarà una bella esperienza”.
Inoltre, all’interno di “Sport Mediaset XXL” va anche in onda un’intervista all’ex calciatore brasiliano del Venezia Tuta, famoso in Italia per il gol del 2-1 segnato al 90’ di Venezia-Bari del gennaio ‘99, rete che fece pensare a una combine tra le due squadre. A distanza di quindici anni, Tuta torna a parlare di quella domenica pomeriggio: “Andammo in vantaggio e il primo tempo finì 1-0. Nel 2° tempo il Bari pareggiò immediatamente e dopo il pareggio non ci fu più gioco: nessuno attaccava, la palla circolava solo a centrocampo. Guardai Fabio Bilica, un altro brasiliano che stava con me in panchina, e gli chiesi cosa stesse succedendo, ma lui mi rispose che non lo sapeva. A 15’ circa dalla fine entrai in campo e quasi allo scadere segnai il gol del 2-1: era il gol vittoria ma i miei compagni non festeggiarono e questo atteggiamento mi lasciò sconcertato. Quando finì la partita, il capitano del Bari raggiunse quello della mia squadra e cominciarono a discutere e spintonarsi. Io fui sorteggiato per l’antidoping. Qualcuno del Bari, battendomi la mano sulla faccia, mi disse: «Bravo Tuta, bravo…». Io spostai il braccio e il quarto arbitro mi spinse fuori dallo spogliatoio. Quando arrivai all’antidoping, i giocatori del Bari stavano spaccando tutto: io cercavo di capire, ero spaventato. Poi ho visto le immagini televisive: quando segnai il gol, alle mie spalle un mio compagno prima si mette le mani alla testa e solo dopo festeggia. Non ho mai visto partite come questa che ho giocato in Italia: è una mancanza di rispetto nei confronti dei tifosi che hanno pagato il biglietto per assistere ad una partita combinata. E per me, in pratica, fu la fine della mia esperienza calcistica nel vostro paese”.