Giovanni Battista Pizzimbone, 47 anni dovrà calarsi nei panni dell’operatore ecologico, fingendo di aver perso il lavoro. La Biancamano nasce nel 2004 e conta più di 3200 impiegati. Pizzimbone vive in Costa Azzurra e dichiara di condurre una vita normale, tra sport, cucina e visione di film. La sua compagna, Paola, è una sua vecchia conoscenza che ha ritrovato sul suo percorso molti anni dopo il loro primo incontro. Paola lo definisce un leader da quando ha 15 anni. Adora i suoi 3 nipoti che considera suoi figli. La sorella Emmanuela lo definisce la sua ancora di salvezza. Originario di Savona, ha subito la separazione dei genitori ed è andato a vivere col padre.
Vuole fare il boss in incognito per capire i reali problemi sul territorio ed è pronto ad affrontare aspetti negativi della sua azienda, come il furto di carburante. Il boss convoca i collaboratori più stretti per comunicare loro le sue intenzioni.
.Primo passo per diventare operatore ecologico è cambiare il look: ecco allora che Costantino della Gherardesca si reca da Pizzimbone per consegnargli i suoi nuovi abiti. Dalla valigia escono un golfino di lana (bucato), dei baffi e la tuta fluorescente. Il boss non deve cambiare i connotati perché gli operatori non lo conoscono. Giovanni Battista saluta la famiglia e si appresta ad alzarsi all’alba.
Primo giorno: la raccolta dell’umido. Sarà aiutato dal vedovo Marco, prole numerosa e dotato di un camper con cui accompagna ogni giorno i figli al lavoro. Anche il boss si chiama Marco in questa sua nuova identità. Il giudizio del suo “maestro” è positivo, dice addirittura che è portato per questo lavoro. Raccolti i rifiuti, si dirigono insieme verso il luogo in cui verranno smaltiti. L’odore è insopportabile, specie d’estate, ma ci si abitua dice Marco.
Giovanni Battista rischia di cadere nel cassone dell’umido, ma per sua fortuna riesce a rimanere attaccato al camion. Marco si confida con il suo collega raccontando la perdita della moglie; l’azienda gli ha concesso di iniziare a lavorare un po’ più tardi per consentirgli di accompagnare i figli a scuola. Dalle 8.30 alle 14.30 Marco è impegnato al lavoro, poi tornato a casa inizia ad occuparsi della casa. Giovanni Battista resta colpito dall’attenzione del capocantiere che è venuto incontro alle esigenze del povero Marco. “Vuol dire che siamo una squadra”. Il boss si reca in bagno per lavare le mani e trova il locale in condizioni pessime, e si ripromette di migliorare questo aspetto. Di nuovo i due si trovano faccia a faccia a parlarsi a cuore aperto e il boss esprime la sua ammirazione nei confronti del collega ed è certo che è un ottimo padre per i suoi bambini. Commovente la riflessione di Marco che si rammarica per l’assenza di sua moglie e soprattutto della figura materna per i figli. “Spesso avrei voglia di abbracciarli, ma non è facile per noi maschi fare questi gesti”. L’incontro finisce con un sentito abbraccio tra i due uomini.
Secondo giorno: spazzamento manuale del centro città prima che diventi giorno, affiancato da Walter, detto “scheggia” per la velocità con cui lavora, che gli insegna i trucchi del mestiere. Walter propone una sfida a Marco (il boss in incognito): chi finisce per primo di spazzare un tratto di strada offre il caffè all’altro. Manco a dirlo, vince Walter. Marco è dubbioso a lasciare le chiavi del camioncino sul mezzo stesso ma Walter lo rassicura: nessuno le ruberà. Seduti al bar Walter dice di essere contento del suo lavoro e che lo risceglierebbe senza esitazione alcuna. Quando la gente si complimenta con lui per la pulizia delle strade, lui è felice. Marco gli chiede un sogno che ancora non ha realizzato, “la crociera” risponde il suo collega. Scaldatisi con un buon caffè, sono pronti per riprendere a lavorare nonostante la sudata per lo sforzo fisico. Marco dice che se fosse il capo dell’azienda premierebbe Walter per l’impegno e dedizione dimostrati. I due si salutano, il boss è stanco ma soddisfatto. Dietro la scrivania non capiva quanto duro fosse questo lavoro.
Terzo giorno: raccolta della plastica porta a porta, con l’aiuto di Adriano che con il suo lavoro mantiene figlio e moglie disoccupata. Saliti sul camion, raggiungo la prima destinazione: raccolgono i sacchi di plastica e rimontano sul mezzo verso la meta successiva. Adriano reputa Marco un buon operatore, si impegna. Adriano deve fare benzina, ecco che il boss indaga allora sui furti di carburante. “In giro qualche furbo c’è sempre” dice Adriano “può succedere, purtroppo”. Marco pensa di passare al self service per tutti i mezzi dell’azienda nell’ottica di far risparmiare la stessa. Durante una sosta dal lavoro Marco chiede informazioni sulla famiglia del collega. Apprende quindi della moglie disoccupata da 5 anni e dei sacrifici che la sua famiglia è costretta a fare. “Nella vita bisogna sapersi accontentare” dice Adriano, che non ha mai fatto ferie e vorrebbe tanto fare un viaggio. Il boss è fiero di avere nella sua azienda gente come lui. In seguito Marco entra nella pancia del camion che 2 volte a settimana deve essere pulita. Adriano decide di invitarlo a pranzo, perché lo reputa un bravo ragazzo che si merita un pasto caldo dopo una giornata al freddo. Fa così la conoscenza della sua famiglia e viene accolto in modo caloroso. Persone semplici ma dignitose e allegre: la famiglia italiana che tanto piace a Pizzimbone. Dopo pranzo i due uomini giocano con il piccolo di casa.
Quarto giorno: esperienza nel centro smaltimento rifiuti elettronico in compagnia di Emin, scappato dalla sua terra d’origine, la Macedonia. Il ragazzo ha un contratto in scadenza. E’ un lavoro di responsabilità, si ha a che fare con materiali nobili. Marco inizia a smontare un pc seguendo le dritte del collega, che nomina anche i due fratelli padroni dell’azienda, i Pizzimbone appunto. Emin dichiara di non averli mai incontrati, ha solo visto delle loro foto. Marco allora si allontana per fare una telefonata: chiede di eliminare da un sito la sua foto per evitare che salti la copertura. Ritornato al lavoro fa domande ad Emin scoprendo una persona molto riservata ma concreta. Dopo 2 anni spera di ottenere un contratto fisso. Marco dice di essere ambizioso e di voler diventare il capo della struttura…
Arriva il momento della pausa pranzo e Emin parla della sua terra, teatro della guerra civile del 2001. Il ragazzo ha un brutto ricordo di quei giorni durante i quali ha visto di tutto. Parlano poi del figlio di 5 anni e del suo stipendio, non molto ricco a dire il vero. Un contratto a tempo indeterminato per lui sarebbe un sogno. Marco viene poi messo alla prova con il nastro trasportatore, e deve stare attento a non farsi male. Il boss trova molto complicato il lavoro di cernita del materiale triturato, avverte nausea e giramento di testa dopo un po’ che ci si cimenta. “Farlo per 8-9 ore deve essere decisamente faticoso e noioso” ammette. Si accorge che le norme di sicurezza non vengono rispettate, come l’uso del casco protettivo e le mascherine, e lo fa notare subito. Emin e Marco si salutano. Costantino si accinge a raggiungere Pizzimbone per farsi raccontare come vanno le cose, riscontrando in lui un po’ di stanchezza. Il dover eseguire ordini dalle persone incontrate non gli pesa, anzi sta conoscendo uomini che gli riempiono il cuore di gioia. L’esperienza sta tirando fuori da lui la sua parte più umile e tesa all’ascolto delle altre persone. Costantino poi gli fa una sorpresa: cervella fritta cucinata dalla sorella, il suo piatto preferito.
Quinto giorno: il boss è a Saluzzo per incontrare Isidoro che gli insegna a usare la macchina per la pulizia delle strade. Marco si cimenta quasi da subito in questa mansione e da suscita la simpatia di Isidoro che si augura venga assunto. Il collega confida la mancanza di spazzole nuove per il macchinario, cosa che il boss si appunta nella propria testa. E’ poi il momento dell’apparecchio con cui si liberano i giardinetti dalle foglie secche. Durante una sosta emergono problemi come il mancato pagamento degli straordinari, le ferie non consumate dai dipendenti e il solito problema del furto di carburante. Un incontro fondamentale per Marco che è venuto a conoscenza di problematiche che non consentono ai suoi uomini di lavorare al meglio. Finita l’esperienza, Giovanni Battista rientra in famiglia
Rimessi i suoi panni di boss si reca in azienda a Milano dove ha fatto convocare i dipendenti conosciuti durante la settimana, definiti da lui stesso il punto di forza dell’intera società. Illustra allo stesso tempo ai suoi collaboratori gli aspetti negativi riscontrati. Arriva così il momento dello svelamento e uno alla volta incontra i dipendenti.
Tutti rimangono stupiti e senza parole. A Walter rimprovera l’abbandono delle chiavi del camioncino sul mezzo, ma poi gli regala una crociera nel Mediterraneo di una settimana oltre ad un riconoscimento come dipendente più veloce dell’azienda. Isidoro viene premiato con una due giorni da dedicare alla sua passione per le moto. E’ poi il turno di Adriano, che regala un nuovo giocattolo per suo figlio Alex – un nuovo camioncino – e la promessa che se il bambino raggiunta la maggiore età vorrà fare il suo stesso mestiere sarà assunto in azienda. Un appunto però: mettere un po’ d’olio alla pedana del camion. I regali non finiscono qui: a tutto ciò si aggiunge una settimana in villaggio per tutta la famiglia.
Con Emin affronta il problema della sicurezza sul lavoro, aspetto per cui dovrebbe essere cacciato. L’impegno dimostrato però gli valgono il contratto a tempo indeterminato e un aumento di 200 euro al mese. Infine Marco che appare il più commosso: per lui diversi regali per i bambini, un aumento di 500 euro mensili per riassumere una collaboratrice domestica che lo aiuti nelle mansioni di casa. L’incontro tra i due termina con un sentito abbraccio. Messosi a sedere al posto dei suoi dipendenti, Giovanni Battista incontra Costantino per un bilancio finale di questa esperienza. Il boss ha deciso di conservare l’orecchino che aveva usato durante il travestimento: in questo modo ogni tanto potrà ricordarsi del suo alter ego Marco e dei giorni speciali trascorsi come semplice dipendente.