Incoronato nel 2000 attore più gradito della fiction italiana, Zarbo è uno dei personaggi di punta delle attuali dinamiche narrative di Un posto al sole, in onda dal lunedì al venerdì alle 20,35 su Rai3. Lo abbiamo incontrato e, oltre a raccontarci l’evoluzione di Franco Braschi, svela ai suoi fan inediti aspetti del suo carattere e della sua personalità.
Quali sono gli aspetti di Braschi che l’anno particolarmente colpita?
Inizialmente personaggio non positivo, Franco si è trasformato in una sorta di eroe romantico ma senza stereotipi retorici. Ha avuto problemi con la giustizia ma è riuscito a crearsi una propria identità, netta, ben definita, che lo fa riconoscere e apprezzare dai fan della soap opera. E’ un uomo che, in questo periodo, si trova in un momento particolare della sua esistenza. Dovrà sfruttare tutte le sue potenzialità e la sua forza di carattere. Di sicuro non deluderà. Al contrario, riserverà molte sorprese.
Sedici anni nel medesimo personaggio. Voglia di cambiare?
Innanzitutto Un posto al sole è estremamente aderente alla realtà, è lo specchio di quanto accade in Italia, segue tutti i problemi che nel frattempo interessano la nostra società. In primis, la crisi economica. In quest’ottica non c’è davvero il tempo di annoiarsi ed è come se, noi attori, fossimo interpreti di situazioni sempre differenti, di una storia che si evolve e non è mai uguale a se stessa.
Un posto al sole ha come palcoscenico Napoli. Lei, siciliano, che pensa della realtà partenopea?
Napoli è una splendida terra di cultura e storia ma anche di paradossi. Accanto ai problemi atavici della città ci sono grandi realtà produttive e sociali che sfociano adesso, nella gratificazione di vedere Paolo Sorrentino, candidato all’Oscar con il suo film La grande bellezza.
Riesce a far arrivare messaggi positivi al popolo della soap opera?
E’ l’obiettivo che si pone Franco Branchi in tutti i suoi comportamenti. Ad esempio quando guida la moto, il primo pensiero è indossare e allacciare il casco, rispettare i limiti di velocità. Nella routine quotidiana Braschi cerca, dalle esperienze del proprio passato, di trarne insegnamenti per il futuro. Vuole far capire che è necessario non ricadere più negli errori commessi.
Lei è stato diretto sul grande e sul piccolo schermo da registi come D’Alatri, Tornatore, Oldoini. Non vorrebbe allontanarsi, anche momentaneamente, da Un posto al sole?
Intanto ho in cantiere un importante progetto teatrale. Tornerò in scena con un testo teatrale di Pirandello. Le date sono da definirsi, in quanto l’impegno sul set di Un posto al sole è totale: registriamo 250 puntate in un anno. Una vera e propria scommessa, sempre vinta.
Fuori dal set, chi è Peppe Zarbo?
Innanzitutto, appena concluse le riprese quotidiane, mi riapproprio della mia vita. Sono una persona dai molteplici interessi ed amo particolarmente viaggiare. Recentemente ho acquistato un piccolo appartamentino a Londra. Sono molto attento alla famiglia che pongo sempre al centro delle mie attenzioni.
Che rapporto ha con il piccolo schermo da telespettatore?
Ritengo che la tv generalista non abbia più futuro. E’ troppo artefatta. Manda in onda prodotti assolutamente non aderenti alla realtà. Lo spettatore sbandato, allora si chiede “ma mi stanno prendendo in giro? In questo contesto Un posto al sole è l’unico prodotto “onesto” proprio perchè affronta problemi veri e non li edulcora con il finto buonismo.
Quindi quali programmi segue in tv?
Preferisco i canali satellitari e tematici, ma soprattutto, fruisco della tv su Internet. Il web rappresenta il futuro e sta sostituendo il vecchio elettrodomestico, per quanto sofisticato e di ultima generazione possa essere. Oggi con tablet e devices si è perennemente collegati e la tv è divenuta interattiva grazie alla forte collaborazione con i social network.
Che rapporto ha con i social?
Li seguo, sono molto attento a questa straordinaria realtà. Ma non ne abuso. Significa che non mi va di approfittare della mia popolarità, perciò ho delegato la gestione delle mie pagine personali sul social ai miei fan.