il nuovo appuntamento itinerante di informazione e approfondimento è coprodotto da Repubblica e Laeffe, la tv di Feltrinelli e va in onda alle ore 21.30 sul canale 50 del digitale terrestre e sul sito di Rdepubblica.it.
A proposito Gad Lerner afferma: Non giudico i talk, li ho fatti per tanti anni e ce ne sono di tanti tipi, ma certamente sono inflazionati: grazie ai costi bassi è stato conveniente per le tv generaliste farne sempre di più, tanto che la torta degli ascolti ormai si deve dividere in tante, troppe fettine.
Poi il giornalista e conduttore continua .”Sto girando l’Italia come una trottola, non sto fermo un giorno e questo non dico che mi fa tornare giovane, cosa purtroppo impossibile, ma -prosegue Lerner- mi rassicura sul fatto che non ho perso la curiosità. Una perdita che è la cosa più terribile che possa succedere a un giornalista. Sono tornato al mio mestiere di inviato, quello da cui sono partito. Alla soglia dei 60 anni ho voluto permettermi questo lusso di essere ancora curioso, di ricominciare dal basso, da una cosa piccola. LaEffe è un esperimento nascente, ma proprio questo mi regala un grande libertà: dopo tanti anni sarò libero per la prima volta dall’ansia da share”.
Nella prima puntata in onda questa sera , già girata, Lerner è sul treno Milano-Roma, in compagnia degli artigiani e dei commercianti diretti nella capitale per manifestare il loro disagio.
Sempre nella serata d’esordio, dalla “lezione” di Giovanni Sartori, scienziato della politica e fiorentino illustre, che definisce il suo ex sindaco “peso piuma…malato di velocismo”, si passa alla psicanalisi del fenomeno Renzi offerta da Massimo Recalcati. Ci saranno anche gli interventi dello storico Guido Crainz e del giornalista Alfonso Signorini.
Fischia il vento andrà in onda per 10 puntate da 45 minuti ciascuna, e in ognuna Lerner intraprende un personalissimo percorso al confine tra inchiesta, intervista e reportage, per raccontare le trasformazioni che stiamo vivendo, ascoltando i protagonisti, raccogliendo le testimonianze.
Lerner spiega il motivo del titolo: intanto perché la crisi che non sembra passare è tanto grave da portarci alla memoria momenti difficilissimi. E poi perché il vento che fischia porta sempre e comunque aria nuova e speranza: sgombrando l’orizzonte dalle nuvole delle polemiche chiassose, squarciando il velo su una realtà che in tv aspetta ancora di essere raccontata.
Ancora: “il reportage, l’inchiesta sul campo è come il cinema, dove le cose avvengono; lo studio televisivo trasforma tutto quello che ospita in una foto, immobilizza ruoli e personaggi portando chi ci entra a interpretare se stesso più che a esserlo. Ora giro con il mio quaderno per gli appunti e con a fianco due ragazzi per filmare con le telecamerine la dinamica che si crea tra me e la gente che incontro”.
Lerner aveva condotto su La7 per dodici anni L’infedele e successivamente Zeta.