Lei è uno dei personaggi storici della soap opera. Come è cambiato il suo personaggio?
Giordano sono io, c’è un’interazione, un’osmosi tra lui e me che consente di trasferire il meglio di ognuno nell’altro. In tanti anni abbiamo vissuto la vita reale, una quotidianità fatta di momenti positivi ma anche di problematiche e di sofferenze. Un vissuto che ci ha fatto crescere entrambi e che rappresenta uno degli ingredienti principali di Un posto al sole. La soap opera non impone mai una maschera ai suoi personaggi, ma li fa evolvere, cambiare, li rivoluziona man mano che gli anni passano.
Ci spiega quali sono i suoi impegni nel sociale?
Sono direttore artistico della zona flegrea e della zona nolana: si tratta di due progetti di rivalutazione di un territorio ricco di bellezze ma, purtroppo, conosciuto da pochi. Con grandi sacrifici stiamo cercando di puntare i riflettori su questo patrimonio artistico attraverso una serie di iniziative tra cui, ad esempio, far adottare ogni monumento ad un artista.
Lei si occupa anche del Pozzuoli Jazz Festival. Come concilia queste attività con i ritmi della soap opera da lei interpretata?
Semplicemente impegnandomi in maniera continuativa. Io non amo la vacanza e considero anche un semplice viaggio una fonte di ispirazione e stimoli per la mia attività. Ma queste iniziative sono finalizzate soprattutto ad un obiettivo: coinvolgere i giovani in attività lavorative.
In quale modo?
Offrendo opportunità di impiego, valorizzando le idee e le potenzialità dei giovani, inserendo gli immigrati in progetti di rivalutazione in modo da creare sinergie che possono contribuire allo sviluppo del territorio. Il mio sogno sarebbe avere a disposizione un luogo abbandonato nel quale realizzare una serie di iniziative tra cui La città dei giovani. Si offrirebbe alle idee più innovative la possibilità di metterle concretamente in pratica attraverso una serie di partnership.
Non teme la lungaggine delle istituzioni?
E’ questo il problema: tempi lunghi e politica degli interessi creano sfiducia. E’ un’impresa difficile ma non impossibile. Noi dobbiamo smetterla con la “psicologia dell’elemosina“, abbiamo un patrimonio culturale unico al mondo. Io, da 20 anni, attendo la rinascita di Bagnoli.
Patrizio Rispo come Raffaele Giordano: positivo nella vita e nella fiction?
Certo. Il mio motto è “siate sempre voi stessi”. Perciò sono così legato a Un posto al sole: il racconto nella soap opera, consente di rappresentare la realtà con l’evolversi dei tempi.
Crede che potranno esserci altre iniziative come lo spin off Un posto al sole coi fiocchi?
Me lo auguro. L’esperimento, realizzato in soli due mesi, è stato un vero successo. Il trend degli spin off sarebbe un ulteriore regalo ai milioni di fan di UPAS.
Lei proviene dal cabaret. La sua opinione sulla comicità di oggi?
Non c’è nulla che mi faccia ridere, oggi. Il comico è una perla rara che riesce a intuire e analizzare sotto l’ottica dell’ironia, quanto gli altri non percepiscono. Al momento, esistono solo battute spesso non riuscite: nulla da dividere con la vera vis comica.
Lei ha lavorato anche con Massimo Triosi. Una comicità che risponde ai canoni da lei appena descritti
Esattamente. Troisi aveva una visione anticipatoria della condizione umana. Vedeva aspetti della realtà che ognuno aveva accanto senza assolutamente farci caso
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Tornerà a recitare a teatro?
La verità è che io propongo testi considerati fuori dai tempi, mentre quelli che mi propongono non hanno il guizzo della novità. Non c’è nulla che desti più malinconia di uno spettacolo teatrale mal riuscito. Conclusione: mi sono imposto una pausa. C’è però un progetto su Totò, quasi un concerto jazz, al quale mi sto dedicando e che porterò a New York nel corso della primavera.
L’ultimo libro letto?
Il sole di Napoli di Paola Amadesi. L’interessante rapporto tra due giovani, alla base della vicenda, sarebbe perfetto da trasporre sul grande schermo oppure in uno spettacolo teatrale. Amo leggere, la passione per la lettura mi è stata trasmessa da mia madre.
Chi è Patrizio Rispo come telespettatore?
Sono curiosissimo, faccio zapping selvaggio, seguo l’informazione, sono attratto dai canali tematici, mi piacciono le serie statunitensi che rincorro per lavoro ma anche per passione. Breaking Bad è la mia preferita.
Ecco le altre interviste ai protagonisti di Un posto al sole: Nina Soldano, Peppe Zarbo, Luisa Amatucci.