Abbiamo assistito allo spettacolo, e siamo in grado di anticiparvi alcuni degli argomenti che verranno trattati: le puntate di Nemico Pubblico infatti, sono a tema.
Si parlerà di razzismo, trattato dai media come una questione legata al colore della pelle invece che una questione di opportunità economiche e sociali: a fronte di tanti precari e disoccupati, il punto è piuttosto capire chi è davvero il «negro» in questo Paese.
Altro tema, il capitalismo, un sistema che tutto sommato ci piace, perché nessuno di noi rinuncerebbe realmente al suo stile di vita per redistribuire le ricchezze; meglio donare un euro al giorno per adottare un bambino a distanza oppure organizzare cene di beneficienza.
Ancora, la democrazia: gli italiani non sanno votare, e forse il suffragio universale è sopravvalutato. Avremmo dovuto capirlo subito, ai tempi del referendum monarchia vs repubblica; e dire che ci hanno fatto iniziare con una scelta semplice, a favore o contro, non con tremila partititi e coalizioni.
Si passa quindi all’alcol, che non cambia le persone ma, più semplicemente, toglie i freni inibitori: davvero un uomo ubriaco che picchia la moglie è stato trasformato in un altro dall’alcol?
Non manca nemmeno un pezzo sulla paternità. Tutti sono in grado di fare figli, però, per quanto un comico possa essere egocentrico, il timore vero è che il figlio possa ereditare i geni del padre, comprese le passioni malcelate.
A onor del vero, alcuni di questi pezzi li abbiamo già ascoltati ad Aggratis, ma è altrettanto vero che il programma di Gregorio Paolini e Simonetta Martone non passerà alla storia per aver fatto impennare lo share; saranno quindi davvero pochi gli spettatori che li ricorderanno.
Si tratta comunque di contenuti comici innovativi per la televisione italiana dove, solo ieri, proprio mentre le telecamere di Rai Tre registravano il live di Montanini, su Rai Due, nello show Made in Sud, veniva detto che per fare il risotto ci vuole il riso ma anche l’otto.
Inoltre, sempre rispetto ad Aggratis, qui è la messa in scena a fare la differenza, perché in Nemico Pubblico non ci sono intermezzi o tempi ridotti che tolgono forza ai monologhi: il pezzo raggiunge il suo climax comico senza che la tensione narrativa venga interrotta.
Anche la scenografia è coerente con questo tipo di comicità; non è un caso che uno degli autori fosse entusiasta: «Sembra un club di New York». Ed effettivamente è così: a partire dal logo del programma, che ricorda un’insegna al neon, al fumo in sala, alle candele sui tavoli, ai bicchieri di amaro e gin, l’impressione è proprio quella di essere in uno di quei locali visti cercando gli stand up comedian d’oltreoceano su Youtube.
A chi lo conosce, le immagini ricorderanno il film Lenny di Bob Fosse, o almeno ci è parso di capire che questa sembrerebbe l’ispirazione della regia.
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Infine, per quanto riguarda le candid, su Youtube è stato caricato un video in cui si vedono degli ignari cittadini coinvolti in una situazione drammatica: in un parcheggio, una donna segregata nel bagagliaio di un’auto chiede aiuto. Dice che è stata chiusa lì dentro dal marito, Montanini appunto, che poco dopo arriva chiedendo irritato cosa stiano facendo tutte quelle persone intorno alla sua auto.
La reazione dei presenti non può che essere altrettanto estrema: il protagonista viene minacciato senza mezzi termini.
Aristotele indicava la catarsi come purificazione dalle passioni dopo una rappresentazione teatrale; Nemico Pubblico sembra dire basta alla comicità che se ne esime. E a primo impatto, siamo sicuri che qualche telespettatore che si indignerà ci sarà.
Scommettiamo per esempio sul termine «negro», a prescindere dai messaggi veicolati.