Dopo le tappe di Palermo, Bologna, Genova, Milano e Firenze, “Ferite a morte” che aveva iniziato il suo tour lo scorso 24 novembre, finalmente fa tappa nella Capitale. La rappresentazione teatrale, scritta e diretta da Serena Dandini, è un evento che è stato accolto in maniera entusiasmante dal pubblico, al punto che sono ancora tantissime le richieste provenienti da tutta Italia per ulteriori rappresentazioni. La penultima tappa del tour sarà l’8 aprile a Roma per chiudersi a Torino il prossimo 12 aprile.
Serena Dandini ha deciso di restare lontana dal piccolo schermo per un anno, nonostante abbia ricevuto proposte importanti sia da parte della Rai che da La7. Il suo ultimo lavoro per la tv, dal titolo “The show must go off” era andato in onda proprio su La7 lo scorso anno, ma non aveva raggiunto risultati soddisfacenti di ascolti. Nell’attesa di rientrare in tv, la conduttrice è scesa con decisione in campo a fianco delle tante vittime della violenza cieca di mariti, fidanzati, compagni da cui sono state brutalmente massacrate.
Ferite a morte è uno spettacolo nel quale, attraverso la finzione drammaturgica, si fanno parlare le vittime di queste violenze che raccontano la propria storia.
Saranno sul palco a Roma, insieme a Serena Dandini, Sonia Bergamasco, Emma Bonino, Margherita Buy, Susanna Camusso, Federica Cifola, Lella Costa, Concita De Gregorio, Orsetta De Rossi, Piera Degli Esposti, Donatella Finocchiaro, Iaia Forte, Sabrina Impacciatore, Paola Minaccioni, Maura Misiti, Carlotta Natoli, Isabella Ragonese, Fiorenza Sarzanini. Ha assicurato la sua presenza anche Luca De Gennaro dj.
Attraverso lo spettacolo si vuole chiedere all’opinione pubblica di sottoscrivere la “Convenzione No more contro il Femminicidio“. Si tratta di un’iniziativa per sollecitare al governo e alle istituzioni, l’approvazione delle proposte per prevenire e contrastare la violenza sulle donne, oltre che la ratifica immediata della Convenzione di Istanbul del Consiglio d’Europa.
A proposito Serena Dandini ha detto: “vogliamo far sentire forte la nostra voce e ci stiamo riuscendo. Questo progetto si è rivelato uno sputnik che ha provocato uan serie di reazioni a catena, dibattiti, iniziative di sostegno alle associazioni che si occupano di violenza sulle donne”. “Ferite a morte”, ha aggiunto la conduttrice e autrice del progetto che ne cura anche la regia, “è uno Spoon River del Femminicidio. Facciamo parlare le donne uccise che raccontano le loro storie. Vogliamo dar vita e forma a donne divenute solo dei numeri che in tv vengono chiamate per nome e vengono uccise spesso anche una seconda volta, sull’altare dell’Auditel. E teniamo presente che la morte è soltanto la punta dell’iceberg: per una donna morta ce ne sono centinaia che fanno una vita d’inferno”.
“La violenza sulle donne”, ha spiegato, infine, la Dandini, “è un fenomeno trasversale che colpisce non solo il Sud ma anche il Nord, la borghesia, i ceti medi, la destra e la sinistra. Anche gli uomini devono fare un esame di coscienza perchè solo insieme e con il loro valido aiuto ne potremo uscire”.