Ospiti di Giletti sono stati il segretario dell’Aspil (Associazione Sindacale Poliziotti Indignati e Liberi) Nicodemo De Franco e i giornalisti Giampiero Mughini, Marida Lombardo Pijola e Novella Calligaris.
Ma andiamo con ordine.
Durante L’Arena infatti, si è tornato a discutere dei fatti, ormai noti, accaduti prima di Fiorentina-Napoli; l’inviata dell’Arena ha raggiunto la madre di Genny ‘a carogna, intercettandola in strada mentre parlava con una conoscente. La donna, visibilmente infastidita, sostiene che «Lo devono ringraziare a mio figlio, perché non parlano di quello che ha sparato? Genny ha salvato Roma».
Giletti ribadisce che le famiglie rinunciano ad andare negli stadi per paura di quello che potrebbe succedere, e lancia un collegamento con il Policlinico Gemelli in cui è ricoverato Ciro Esposito, il tifoso rimasto ferito la settimana scorsa. Davanti all’ospedale c’è Antonella Leardi, madre di Esposito: «Genny ha lasciato la curva per andare a vedere come stava mio figlio; è stato un atto nobile. Tutto il resto, con rispetto parlando, non mi riguarda».
Il dibattito prosegue: occorre distinguere tra il tifoso e i criminali; il punto della questione è che i criminali si mischiano a loro. Intanto, atleti straordinari magari non trovano nemmeno una riga di spazio sui giornali.
Viene mostrato un filmato riguardante Diabolik, ora arrestato, ultrà della Lazio che racconta come tra lui e i suoi compagni corresse il desiderio di punire gli avversari.
Entra dunque in studio Claudio Lotito, presidente della Lazio che Giletti ricorda come colui che ha cercato di fermare la violenza negli stadi.
Si volta pagina: si passa a “Miss Vitalizio” Claudia Lombardo, consigliera regionale sarda che percepirà 5mila120 euro netti al mese a soli 41 anni.
Cambiano gli ospiti: Simona Bonafé (PD), Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia), Marco Furfaro (Lista Tsipras) e i giornalisti Luisella Costamagna e Salvatore Tramontano.
C’è chi insiste sulla regolarità del vitalizio, ma la Meloni fa notare che anche gli italiani avevano diritti acquisiti, eppure le loro pensioni sono state «falciate» con la riforma Fornero.
Si prosegue, finalmente, arrivando agli arresti dell’Expo 2015; nel frattempo, si sono collegati Giancarlo Cancellieri, deputato assemblea regionale siciliana (Movimento 5 Stelle) e Antonio Di Pietro.
E’ una nuova Tangentopoli?, ci si domanda. Di Pietro risponde che, come scoperto negli anni ’90,le imprese accedono agli appalti attraverso le mazzette anziché con la propria professionalità; il sistema perciò, si è semplicemente si è evoluto.
Per la Costamagna non c’è più nemmeno l’alibi della politica: «Prima rubavano per il loro partito, adesso invece destra e sinistra si mettono insieme per spartirsi i soldi».
I toni si alleggeriscono con un servizio intitolato Festa degli animali, dov’è Dudù?
Il segmento conclusivo è dedicato a Luigi Di Maio, ventisettenne vicepresidente della Camera.
Giletti inizia l’intervista collegandosi ai fatti di Fiorentina-Napoli e ai fischi all’inno: Grillo infatti ha dichiarato che, fosse stato napoletano, si sarebbe unito. Di Maio risponde che lui, a differenza di Grillo, non lo fischierebbe, ma è sicuro che qui fischi non vadano all’inno in sé, ma alla classe politica: interpretare questi gesti.
Riguardo all’Expo invece, «c’erano tutte le evidenze per cui si stesse annidando corruzione». E prosegue: bisogna piuttosto interrogarsi sul futuro dell’Expo, e Giuseppe Sala dovrebbe dimettersi. Il conduttore vira sul Presidente della Repubblica; per Di Maio Napolitano non sta svolgendo le sue funzioni di garanzia, anzi, è responsabile dell’immobilismo politico del Paese.
Argomento finale, il reddito di cittadinanza, che non è finanziare la disoccupazione, ma «dare un diritto a tutti quelli che non hanno niente».
La puntata termina qui: l’ appuntamento è per domenica prossima, con l’ultima della stagione.