Nautilus entra nel vivo della scienza grazie ai suoi attori principali, i ‘numeri uno’ dell’astrofisica, della biologia, della medicina e della geologia. Ogni sera in prima serata, Federico Taddia incontra uno scienziato di fama internazionale, per farsi raccontare il suo lavoro e quello del team dell’istituzione di appartenenza: un “viaggio per la conoscenza” di approfondimento, di scoperta, di rigore scientifico e accessibile a tutti.
L’obiettivo è svelare le frontiere del sapere attraverso la testimonianza dei suoi protagonisti alternando il racconto con documentari e “lezioni frontali”. I ragazzi in studio -studenti, giovani ricercatori e divulgatori scientifici – faranno domande e presenteranno le loro ricerche utilizzando come fonte il web. Dalle grandi avventure scientifiche italiane che hanno cambiato il mondo e aperto la strada al progresso, ai macrotemi affrontati settimanalmente: dall’ambiente (in collaborazione col Cnr) ele scoperte della fisica (con l’Infn), al viaggio nell’universo (con l’Inaf) e i nuovi robot e le nanotecnologie (con l’Iit), dall’avventura della lotta alla malaria (con l’Università La Sapienza di Roma) alla storia dello studio dei terremoti (in collaborazione con l’Ingv) al racconto della diversità umana, in collaborazione con l’Università degli Studi di Padova.
La serie si compone di otto puntate speciali sulle grandi avventure della scienza, registrate nell’Osservatorio Astronomico di Monte Porzio Catone scelto per la sua efficacia scenografica e il suo alto valore simbolico.
La prima puntata è sulla scoperta del fattore di crescita nervoso.
In studio insieme a Federico Taddia, Elena Cattaneo,accademica e Senatrice a vita dal 2013. Direttore del centro di ricerca sulle cellule staminali Unistem dell’Università di Milano, Elena Cattaneo racconta la grande avventura di Rita Levi Montalcini, il viaggio verso St.Louis sulla stessa nave di Renato Dulbecco, medico e biologo premio Nobel nel 1975, e la scoperta del fattore di crescita nervoso per cui la Montalcini ha ricevuto il prestigioso riconoscimento dell’Accademia Svedese. “Ho conosciuto Rita Levi attraverso i grandi pezzi di scienza che ci ha lasciato – spiega la Prof.ssa Cattaneo – attraverso i suoi libri e anche grazie una serie di interazioni e incontri con lei negli ultimi vent’anni della sua straordinaria vita. Rita è l’emblema della scienza, è l’esempio di cosa vuol dire voler studiare a tutti i costi, voler esplorare dove nessuno aveva mai esplorato prima, voler ricercare per raggiungere dei traguardi. E non c’era niente che la fermava. Èla storia di una scienziata, di una donna, che ha vinto sfide enormi: le ha vinte in casa propria, nel salire su quella nave, nell’arrivare in quel laboratorio, nello scoprire quello che sperava di scoprire.E tutta questa conoscenza è arrivata a noi rendendo possibili rivoluzionarie scoperte ulteriori”.
La professoressa Cattaneo continua poi parlando della sua attività di ricerca incentrata sullo studio delle cellule staminali neurali. “Le cellule staminali – spiega – sono cellulecapaci di specializzarsi in cellule specifiche del tessuto in cui si ritrovano. Sono affascinanti perché sono le unichei n grado di generare i 250 tipi di cellule specializzate che formano il nostro organismo: noi siamo interessati a capire i segreti che portano quella cellula a diventare neurone o cellula cardiaca o cellula della pelle. Se è vero che possono proliferare e specializzarsi in tanti sottotipi diversi, l’idea è quella di utilizzarle per riparare tessuti danneggiati in diverse malattie. Devono però essere capite – conclude – e la strada è ancora lunga”.
In passato Nautilus si eraoccupato di argomenti come “L’amore ai tempi della chat” e di altri argomenti.