Il conduttore introduce il tema di cui discuterà: a chi serve la scorta? In seguito all’arresto di Scajola, secondo le cronache di Fiorenza Sarzanini del Corriere, l’ex Ministro dell’Interno avrebbe usato la scorta addirittura per andare a comprare un paio di calze da donna.
Da Scajola a Chiara Rizzo, detta Lady Matacena, il passaggio è breve. Ilenia Petracalvina si reca a Montecarlo suoi luoghi frequentati dalla donna.
Nel frattempo, in studio siede l’avvocato Bonaventura Candido, legale di Chiara Rizzo, secondo cui la donna si trova in Francia in carcere, ma i difensori ancora non riuscirebbero a comprenderne il motivo.
È a questo punto che Giletti presenta collegato via Skype da Dubai Amedeo Matacena, marito della Rizzo, ex onorevole del Pdl nonché condannato in via definitiva cinque anni per concorso in associazione mafiosa.
Con il pretesto di un approfondimento giornalistico sulla vicenda, gli è stato concesso spazio in diretta nazionale sul servizio pubblico: l’uomo ne ha approfittato per dichiarare che la moglie non avrebbe dovuto cercare di tornare in Italia, in modo da sottrarsi all’intervento della giustizia. Ha poi aggiunto di non essere un latitante, ma di essere stato condannato per aver impedito il circolare di una mazzetta. A poco serve l’indignazione di Giletti: di fatto, a Matacena è stata offerta la possibilità, di domenica pomeriggio, di dare la sua versione-cliché di perseguitato dallo Stato con tanto di avvocato a supporto.
Chiuso il collegamento, sono stati introdotti gli altri ospiti: Tommaso Cerno (L’Espresso), Alessandra Moretti (PD), Irene Tinagli (Scelta Europea), Salvatore Tramontano (Il Giornale) e Syusi Blady (Verdi).
Si torna quindi all’argomento centrale lanciato in apertura: chi ha bisogno della scorta? Una giornalista dell’Arena intervista la compagna di un uomo che faceva parte della scorta di Scajola, ai tempi in cui questo era Ministro degli Interni: la donna racconta di macchine lanciate in autostrada al limite della velocità, di vere e proprie corse in autostrada causate dai ritardi dello stesso Scajola; conferma inoltre che sia capitato un utilizzo della auto per faccende non strettamente legate alla carica politica, ma non aggiunge altro.
Non manca una parentesi su Marco Biagi, a cui invece la scorta non era stata data, salvo accorgersi della necessità di dovergliela assegnare. A testimonianza di ciò, viene trasmesso un filmato del 2012 de La storia siamo noi, in cui a parlare è Marina Orlandi, vedova di Marco Biagi.
Roberto Giachetti invece, vicepresidente della Camera, senza auto blu, non è stato fatto entrare perché ha rinunciato al privilegio dell’auto di servizio: il 25 aprile scorso è riuscito a passare al primo blocco, a 500 metri dall’Ara Coeli, ma non al secondo e ha dovuto parcheggiare fuori la sua moto.
Si cambia quindi argomento: ci si occupa di Alessandra Guerra, ex presidente della regione Friuli Venezia Giulia, che a 50 anni prenderà 4300 euro al mese di pensione. Prima dell’intervista a Renzi infine, all’Arena si discute dei cantieri che rendono inagibili le strade della capitale dopo le piogge di fine gennaio.
Come anticipato, il segmento conclusivo è dedicato all’intervista con il premier e segretario del Pd Matteo Renzi.
Renzi inizia parlando a ruota libera: dice di aver ridotto tasse alle aziende diminuendo del 10% l’Irap, gli 80 euro in busta paga , la delle auto blu, il tetto massimo ai dirigenti.
Giletti gli ricorda l’incontro con Grillo: «Talvolta mi sembra che Grillo viva quest’esperienza come un grande spettacolo, ridendosela sotto i baffi all’idea che ci sia chi gli crede», poi l’affondo: non mandiamo i buffoni in Europa. Il presidente del Consiglio afferma di avere stima di chi ha votato 5 Stelle, ma secondo lui l’elettore adesso deve chiedersi se stare dalla parte di chi fa il tifo per l’Italia o per i «gufi».
Riguardo alle tangenti all’Expo invece, «strappa il cuore pensare che siano gli stessi. Se sei condannato per corruzione, tu in politica non ci devi mettere più piede»; specie perché l’Expo è «un’occasione per promuovere il made in Italy agroalimentare».
Secondo Renzi inoltre, i 5 Stelle «stanno facendo meno piazze dell’anno scorso, e otterranno meno voti»; stranamente il conduttore non gli chiede niente sui partiti di destra, quasi la concorrenza elettorale fosse solo tra Pd e Movimento 5 Stelle.
La chiusura è ad effetto: «Se c’è chi scommette sul fallimento dell’Italia, sappia che il Pd farà di tutto per salvarla». E ancora, climax finale: «Finora gli italiani si sono sempre affidati all’uomo della provvidenza; io non so se c’è un nome che salverà l’Italia, però mi piacerebbe che ci fosse un pronome: noi».
La stagione dell’Arena termina dunque qui: Giletti saluta il pubblico e chiude ringraziando il corpo dei Carabinieri, che compirà 200 anni il òprossimo luglio.