Oggi, lunedì 26 il documentario ‘Cesare Battisti. L’ultima fotografia’ (realizzato da Rai Storia in collaborazione con la Fondazione Museo Storico del Trentino) sara’ presentato all’Auditorium Parco della Musica a Roma alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Gli appuntamenti successivi sono, dal 28 giugno, data dell’attentato di Sarajevo, ‘Storie della Grande Guerra’ (pochi minuti al giorno che rievocano lettere, notizie dal fronte o dalle retrovie) raccontati da Carlo Lucarelli.
Gli altri titoli sono: I diari della Grande Guerra (otto episodi per rievocare uomini e donne coinvolti nella catastrofe), Grande Guerra, Cento anni Dopo (20 puntate per documentare i cinque anni di guerra, già in edicola in dvd con Il Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport). All’iniiativa partecipano anche Radio2 e Radio3, a partire dalle tre giornate speciali di programmazione dal 28 giugno per proseguire con altri appuntamenti con artisti come Marco Paolini, Nicola Piovani e Raphael Gualazzi.
“L’iniziativa ha lo scopo di capire le cause e le conseguenze di questo conflitto. Lo sforzo produttivo che la Rai farà in questi cinque anni e’ indirizzato ad un pubblico più ampio possibile, soprattutto ai giovani che hanno avuto la fortuna di non vivere nei conflitti mondiali ma sono chiamati a non dimenticare”. sottolinea Anna Maria Tarantola, Presidente della Rai.
Le fa eco il dg Rai Luigi Gubitosi: “La storia in Rai e’, in questo momento, al suo massimo fulgore. Ogni giorno sei-settecentomila persone vedono un programma su Rai Storia. Per noi sara’ un momento di grande sforzo in tempi difficili ma cercheremo non solo di non togliere risorse ma di fare ancora di più”.
Il direttore di Rai Storia Silvia Calandrelli dichiara: “La Grande Guerra ormai e’ una guerra senza testimoni. Per fortuna ci rimangono diari, filmati e ben quattro miliardi di lettere scambiate durante il conflitto”.
Lucarelli aggiunge: “Nella Grande Guerra c’è una ricchezza incredibile di storie. Quei quattro miliardi di lettere dimostrano che gli italiani, molti dei quali analfabeti, si sono ritrovati in un contesto talmente incredibile da trasformarsi in un popolo di scrittori”.
Nicola Piovani, autore di un brano realizzato per l’occasione per l’Orchestra Sinfonica della Rai, conclude: “Grande Guerra sono due parole che non mi ispirano serenità. Per questo ero onorato ma anche preoccupato quando mi hanno chiesto questa composizione. Sono dichiaratamente pacifista da sempre, la violenza mi turba. Poi, pero’, mi sono interessato molto a quella mattina in cui cinque giovani, tra cui Gavrilo Princip che aveva solo 19 anni, sono partiti con armi, bombe e cianuro per uccidersi subito dopo l’attentato progettato. Lo hanno fatto per un ideale e, da quella scintilla, sono nati anni lugubri, non fosse altro che per quei 18 milioni di morti inutili”.
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