Le mancava l’esperienza di concorrente, perciò ha voluto mettersi alla prova?
Ritengo che un artista debba dimostrare le proprie capacità professionali a 360 gradi, senza mai fossilizzarsi in determinati ruoli. E poi ho una lunga e consolidata amicizia con Carlo Conti che mi ha fatto accettare immediatamente la partecipazione allo show. Più che un cast, ho trovato a Si può fare! un gruppo di persone animate soltanto da un sano spirito goliardico, mai competitivo. Un’allegra compagnia con la quale ho condiviso anche momenti al di fuori dal palcoscenico.
La sua parodia di Beppe Grillo è oramai un cult. Come le è venuta in mente?
Ho cominciato a imitarlo ai tempi di “Te la dò io l’America”: avevo circa 11 anni e l’ho proposto nel corso di una recita scolastica. E’ stata la prima imitazione di un personaggio differente dai parenti e dagli amici. Successivamente l’avevo accantonato per poi ritrovarlo in auge in politica. Ma ricordo di averne proposto la parodia anche nel programma comico- satirico di Rai3 Tintoria, andato in onda dal 2006 al 2008. E’ stato proprio in questa occasione che Antonio Ricci mi ha visto e mi ha chiamato a Striscia la notizia.
Ha mai incontrato il vero Grillo?
E’ accaduto durante l’ultima edizione del festival di Sanremo. Ci siamo trovati vicini per strada e abbiamo iniziato a parlare. Devo essere talmente convincente nella mia parodia che la gente addirittura, quando mi incontra travestito da Grillo, crede di trovarsi di fronte il vero leader del Movimento 5 Stelle.
E lei come reagisce?
Sentendo persone infervorate che credono in lui o sono suoi detrattori, non ho il coraggio di svelare che non sono Grillo. E le faccio parlare accettando ogni sorta di commento, nel bene e nel male. Interrompere quell’entusiasmo mi sembra una cattiveria.
Intanto lei è presente a Mezzogiorno in famiglia.
Accanto ad Amadeus e Laura Barriales ho un ruolo comico, faccio battute, ma so essere anche me stesso: dipende dalle circostanze.
Lei è anche un attore. La vedremo presto sul piccolo schermo?
Sarò nel cast della serie La narcotici 2 in onda, nel prossimo autunno, sulla prima rete di viale Mazzini, con la regia di Michele Soavi. Sono il commissario Salvo Sciarpa, detto Conte. E’ un personaggio che mi son cucito addosso secondo le mie corde professionali. Un commissario serio che spesso si lascia andare a qualche battuta frizzante.
Ha recitato anche ne Il capo dei capi e in Squadra antimafia. Come fa a cambiare così radicalmente registro?
Ho impiegato 18 anni per far capire a registi, produttori e sceneggiatori che un attore è degno di questo nome solo se riesce a mostrare tutta la poliedricità nelle mille sfaccettature della recitazione, passando da ruoli seri a parti comiche. Faccio questo lavoro da 25 anni e sono grato al pubblico che mi sostiene e al quale è sempre andato tutto il mio rispetto.
La sua maggiore aspirazione professionale?
Sogno di essere il protagonista di un one man show secondo lo stile di Fiorello o di Giorgio Panariello. Ma alzando un po’ più in là l’asticella dell’ambizione, confesso che mi piacerebbe recitare con Robert De Niro e Al Pacino, sono i miei attori di riferimento da sempre.
Però ha scritto un film che potrebbe realizzare
Si tratta di un film comico, una commedia con una storia d’amore ambientata in Sicilia. Spero che possa vedere la luce nel minor tempo possibile.
Ci svela, infine, qualche lato inedito di se stesso?
Sono stato un bambino vivace, l’unico ad essere espulso dall’asilo. Sono cresciuto con uno zio che mi ha insegnato come abbordare le donne. E mi considero un “portatore sano di fame” il che significa che sono una buona forchetta.