“Dopo 20 anni è un punto di arrivo”. Il produttore Luca Bernabei saluta così il debutto al cinema della Lux Vide, brand di fiction per eccellenza, dal ciclo della Bibbia alle Storie di Santi. Gli ultimi capitoli di entrambi – rispettivamente “Maria di Nazareth” e “Preferisco il Paradiso” – diretti da Giacomo Campiotti, il regista di “Bianca come il latte.
Con” Rossa come il sangue”, comincia l’avventura sul grande schermo dei produttori sinora conosciuti esclusivamente per i lavori in tv. “Con Giacomo abbiamo girato il mondo, è un Peter Pan, vive le emozioni con la tenerezza e l’entusiasmo dei giovani – afferma Luca Bernabei -. Con Fabrizio Lucci (direttore della fotografia, ndr) e Flavio Insinna (attore e conduttore tv, ndr) lavoriamo insieme sin da ragazzi. Il nostro lavoro di produttori è un po’ come un filo invisibile che lega nella collana tutte le perle. In questo film c’è il meglio di quello che abbiamo incontrato in questi anni”.
Nel cast tecnico figura un nome, negli ultimi anni esclusivamente cinematografico, quello dello sceneggiatore Fabio Bonifacci, che dopo aver firmato in tv “Ciro il figlio di Target”, “Convenscion a colori” e “Dillo a Wally”, è autore di commedie di successo come “Lezioni di Cioccolato”, “Si può fare”, “Diverso da Chi?”, “Amore Bugie & Calcetto”, “Benvenuti al Nord”. In questi primi mesi del 2003 è al cinema con “Il principe abusivo”, “Amiche da morire”, “Benvenuto Presidente!” ed ora con “Bianca come il latte. Rossa come il sangue”. In merito lo sceneggiatore confessa la sua “paura di tradire il libro. “Alla fine” – dice – “abbiamo cambiato mantenendo lo spirito del romanzo, quelle speciali sensazioni ed emozioni proprie dell’adolescenza. La pellicola parte come commedia e poi diventa dramma, rispecchiando la vita, perché la nostra esistenza è segnata da questa alternanza”.
A seguire il suo lavoro Alessandro D’Avenia, professore di liceo ed autore del best e long seller edito dalla Mondadori da cui è tratta la pellicola. “Quando Giacomo Campiotti si è voltato verso di me e mi ha detto: ‘Il primo ciak lo dai tu’, mi sono risvegliato da un sogno per entrare in uno più grande chiamato realtà – afferma lo scrittore -. E così ho gridato, anche se ne è uscito un suono un po’ strozzato e ridicolo a casa dell’emozione: ‘Azione!’. E tutto si è messo in moto”.
“Come tutto si era messo in moto ormai vari anni fa, quando la scintilla del romanzo ha acceso dentro la mia anima le polveri di una storia che volevo raccontare. Azione, Ale, datti una mossa!”. “Bianca come il latte. Rossa come il sangue” per Alessandro D’Avenia è stata un’urgenza dettata dal cuore. “A 15 anni – confida lo scrittore – ho vissuto un’esperienza simile a Leo ed ho fatto a braccio di ferro con Dio”. Interpretato da Filippo Scicchitano (rivelazione del film “Scialla!”), nella pellicola Leo incontra il suo grande amore. All’inizio il suo unico pensiero è di conoscere Beatrice dai bellissimi capelli fulvi (l’attrice francese Gaia Weiss), ma quando ci riesce e sente di aver conquistato la gioia più bella, incontra l’ostacolo più grande: combattere la malattia della ragazza.
Svogliato a scuola, circondato dai suoi migliori amici, Niko (Romolo Guerreri) e Silvia (Aurora Ruffino), Leo pensa solo alla chitarra ed al calcetto prima d’imbattersi in un problema più grande di lui. Da qui comincia un percorso che lo porta a conoscere il dolore ed a crescere, imparando a donarsi agli altri con semplicità e generosità. In questo cammino vicino a Leo ci sono il professore sognatore interpretato da Luca Argentero (che da sabato prossimo, 6 aprile, vedremo in veste di giudice ad “Amici di Maria De Filippi” in onda in prima serata su Canale5), che riesce ad insegnare i valori della vita parlando di Dante tra i banchi e boxando sul ring, ed i suoi genitori (Flavio Insinna e Cecilia Dazzi, i due attori che avevano già lavorato insieme nel 1996 e 1997 nel film “Il mastino” e nella fiction “Dio vede e provvede”), che temono che il figlio prenda una brutta strada per poi scoprire che per amore è disposto a falsificare la loro firma non per giustificarsi a scuola ma per donare il proprio midollo osseo.
“Mi sono ribaltato allo specchio – afferma Flavio Insinna -, ho caricato il personaggio di tutte le preoccupazioni che davo a mio padre. Questo film è un piccolo omaggio a lui”. “Dopo aver accettato d’interpretare Beatrice – confida Gaia – mio zio mi ha raccontato che aveva una figlia di 16 anni che è morta di leucemia. Mi ha dato il suo diario. L’ho letto. Mi ha sconvolto, ma al tempo stesso mi ha aiutata a prepararmi a questo ruolo”.
“Quando Kekko (dei Modà, ndr) è venuto a vedere il film dove era poggiata la sua musica, prima che sposasse il progetto – rivela Campiotti -, aveva in tasca la lettera di una sua fan morta di leucemia. La canzone ‘Se si potesse non morire’ sembrava scritta proprio per questo film”. “Bianca come il latte. Rossa come il sangue” esce il 4 aprile, in 300 copie distribuite dalla 01. Al The Space Moderno di Piazza Esedra a Roma ci sarà un evento speciale: una performance live dei Modà che anticiperà la proiezione delle 20.45. Luigi Lo Nigro di Rai Cinema (che ha prodotto la pellicola con Lux Vide e la partecipazione di Enel Green Power) parla di “una super prima. L’esibizione – spiega – sarà ripresa in più di 250 schermi in tutta Italia, grazie all’accordo con Open Sky che ha messo a disposizione i trasmettitori satellitari”.