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Abbiamo visto Palladini minacciare, pistola alla mano, Franco perchè lo aiutasse. Che dobbiamo aspettarci prossimamente?
Palladino è disperato, accusato di connivenza con la camorra per lo smaltimento dei rifiuti, vivrà un periodo estremamente delicato. Il personaggio si evolverà all’insegna di un’intensità drammatica e di un travaglio interiore accresciuti dalla lontananza dal figlio. Il suo rientro è legato anche al processo Terra madre per il quale è tornato a Napoli anche il magistrato Eugenio Nicotera.
Quanto tempo durerà il suo nuovo coinvolgimento sul set di Un posto al sole?
Sicuramente fino a molto dopo l’estate. Ma tutto quanto accade nella soap è all’insegna dell’attualità e della quotidianità. Quindi bisogna attendersi sempre di tutto.
Lei è stato presente fin dalla prima puntata del 21 ottobre 1996. A quali motivi attribuisce la longevità della soap opera?
Sono orgoglioso di essere stato nel cast storico. Inizialmente nessuno credeva ad un tale gradimento di pubblico. Invece Un posto al sole ha aperto la strada alle successive soap opera insegnando a produttori, registi e sceneggiatori che il primo elemento per il successo è la credibilità delle storie raccontate e la coralità della recitazione.
Il suo entrare e uscire dalla soap ha un significato?
Dimostrano, innanzitutto, il mio grande attaccamento a Un posto al sole. Quando mi sono allontanato la prima volta desideravo nuove esperienze. Ma con la certezza del ritorno. Alberto Palladini è uno dei due personaggi ai quali sono particolarmente legato.
Chi è l’altro?
Marco Sallustri che ho interpretato ne Il maresciallo Rocca. Recitare con Gigi Proietti è stata una grande esperienza professionale. La serie con Rocca era basata sulla vita di tutti i giorni, proprio come Un posto al sole. Due prodotti seguitissimi: ancora oggi Il maresciallo Rocca, replicato infinite volte, cattura la simpatia del pubblico.
Però ad un certo punto ha cambiato registro e si è messo a ballare.
E’ accaduto nella quinta edizione di Ballando con le stelle. Un’esperienza nella quale mi sono impegnato senza risparmiarmi. Puntualmente, però, ogni settimana, la giuria mi bocciava e il pubblico mi rimetteva in gioco mandandomi allo spareggio. Nacque così l’idea di fondare all’interno dello show il Premio Aiello, ancora esistente, che viene assegnato al ballerino o ballerina che ha totalizzato il maggior numero di spareggi nel corso dello show.
Con un percorso professionale così gratificante, ha ancora un obiettivo da raggiungere?
Più che di un obiettivo, parlerei di un sogno: mi piacerebbe ricoprire un ruolo, anche molto piccolo, in un film o una produzione televisiva statunitense. Io ho studiato all’Actor’s Studio di New York, ho abitato negli USA e a Londra: sarebbe per me un riconoscimento importante.
Lei è anche impegnato nel diffondere un’immagine positiva e moderna della città di Napoli. In che modo?
Da sei anni sono editore di I’m magazine, giornale on line di cui mia moglie Ilaria Carloni, avvocato e giornalista, è direttore responsabile. Si tratta di free press con collaboratori importanti finalizzata a far conoscere Napoli sotto un’ottica culturale, elegante, innovativa e piena di iniziative.
Insomma Napoli al centro di una visione più internazionale?
Purtroppo gli eventi che accadono a Napoli hanno una ripercussione negativa rispetto agli stessi eventi avvenuti in un’altra città. Noi vogliamo sfatare questo luogo comune.
Ha seguito Gomorra la serie che è stata al centro di tante polemiche?
Dopo le perplessità avute all’indomani della prima puntata, ho riflettuto: bisogna riconoscere che si tratta di una realtà purtroppo esistente della quale è bene che si parli per rimuoverla definitivamente.
Come impiega il tempo libero?
Ne ho poco, avendo una bimba di due anni, quando non seguo con lei i cartoni animati, mi dedico ai film e al grande cinema. Non seguo, invece, la fiction.